La logica del pregiudizio negli algoritmi dell'Intelligenza Artificiale

Cosa succederebbe se gli algoritmi stessero imparando la logica del pregiudizio? L’intelligenza artificiale può riprodurre stereotipi di genere, culturali e razzisti? Come anticipato è partita a settembre 2019 la prima CPF  italiana a Milano (Comunità di Pratica di Futuro): nei cinque incontri previsti fino a settembre 2020 lavoreremo su diversi temi scelti collettivamente e di cui saranno redatti brevi abstract e documenti più allargati. Questo il primo tema scelto e trattato in un esercizio di futuro condotto da Joice Preira, futurista masterizzata all’Università di Trento. Di seguito vengono fornite alcune linee metodologiche e di contenuto seguite durante la giornata. A fine 2020 verranno divulgati i risultati dei diversi temi indagati con i metodi futuristi. Lo scorso 25 novembre i partecipanti … Continua a leggere

Tutti a tavola, appassionatamente.

Chi di voi ha visto la fiction di RAI1 “Tutto può succedere” sulle vicende della famiglia Ferraro (preso dal format US Parenthood), avrà notato come ogni puntata finiva con la riunione di famiglia a tavola. Seduti davanti a curate mise en place televisive quattro fratelli, con le proprie famiglie ed i loro genitori, affrontano le difficoltà e le sfide quotidiane. La tavola è un set dove vanno in scena dinamiche generazionali, relazioni familiari, difficoltà professionali, accettazione della diversità. E dove ognuno dei protagonisti mette a nudo se stesso, suo malgrado. E’ vita reale! A tavola tutto può succedere e tutto si decide. Accordi istituzionali e privati, contratti, si celebrano cerimonie. Si creano relazioni! Ci si innamoraaaaa! Le decisioni migliori si … Continua a leggere

La guerra civile generazionale che verrà (se non facciamo qualcosa)

La sensazione è confermata dai dati: il movimento Fridays for the Future lanciato dalla svedese Greta Thunberg è innanzitutto una rivolta generazionale, prima ancora che una rivolta climatica. Che può essere l’inizio di una guerra civile mondiale. Sensazione, innanzitutto: perché basta farsi un giro nella socialsfera per rendersi conto che l’odio montante nei confronti di Thunberg – definita “bambina” nonostante i suoi 16 anni, osteggiata per la sua sindrome di Asperger – ha poco di politico. Contro di lei si scagliano elettori di destra e di sinistra indifferentemente, ma uniti, più che dal cosiddetto “rossobrunismo” (la saldatura sovranista tra i due poli estremi dello spettro politico contro l’élite liberal occidentale), dall’età: il 42% dei post su Greta Thunberg ha una connotazione negativa su Twitter, il social che … Continua a leggere