La rivoluzione culturale degli anni ’60 e le riforme pensionistiche dei primi anni Duemila sono le due cause che stanno cambiando profondamente la nostra società nella sua composizione, tra lavoratori attivi e cittadini pensionati.
I numeri Eurostat (su scala europea) e quelli Istat Multiscopo (per il nostro Paese) ci dicono che a partire dal 2005 la percentuale di over 55 ancora al lavoro si è impennata, e che in Italia questo ha interessato soprattutto le donne, il cui tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni è passato dal 20,8% al 36,6% nel giro di un decennio.
Bella scoperta, si dirà: l’età pensionabile è stata alzata per legge.. già, ma perché le donne al lavoro sono aumentate molto di più di quanto siano aumentati gli uomini?
Per via di ciò che è successo negli anni ’60 e ’70: allora le ragazze cominciavano a uscire di casa, frequentare le scuole superiori e magari anche l’università, e coltivavano ambizioni di lavoro e di carriera fino ad allora riservate gli uomini. Era la generazione del Baby Boomers.
Essendosi trovate, e trovandosi tuttora, in situazioni professionali soddisfacenti e remunerative, e spesso con un buon margine di autonomia gestionale, le Boomers scolarizzate ieri, che hanno continuato a lavorare anche dopo aver messo su famiglia, oggi hanno molti buoni motivi per restare attive fino a oltre i 60 anni, e domani avranno – di conseguenza – una pensione di buon livello.
Se poi pensiamo che dagli anni ’80 in poi la scolarizzazione delle donne si è diffusa ancora di più, possiamo ben aspettarci che questo fenomeno possa solo crescere nei prossimi decenni.
Tutto ciò implica almeno due sfide.
Una è individuale: le attività professionali più qualificate sono quelle che inducono una maggiore identificazione con il lavoro, e dunque la transizione di queste donne alla vita da pensionate avrà risvolti morali e psicologici che finora hanno interessato soprattutto gli uomini.
La seconda sfida è sociale: quale diversa organizzazione famigliare potrà e dovrà essere messa in campo per assicurare la cura dei figli piccoli e dei genitori anziani, se le donne lavoreranno fino a 65 anni?
Per approfondire questo argomento, vi consigliamo la lettura di questo articolo.
Isabella Pierantoni e Mattia Rossi