Essere leader di oggi e formare i leader di domani
Quando parliamo di leadership e generazioni, dobbiamo tener conto di 2 prospettive:
- l’evoluzione del modello di leadership, che si deve esercitare di fronte a un team multigenerazionale ed in particolare di fronte alle nuove generazioni;
- come sviluppare le attitudini alla leadership dei giovani e accrescere la fiducia in sé.
L’evoluzione del modello di Leadership
Ci siamo accorti tutti che alcuni stili di leadership, vincenti nel passato, non funzionano più: il leader visionario, capace solo di ispirare, quello che richiede immediato ed incondizionato consenso, quello che non coinvolge il team nei processi decisionali non riceve un riscontro positivo soprattutto da parte delle nuove generazioni, perché non rispetta i loro valori, le loro aspettative e il loro modo di concepire la relazione.
Oggi ad un leader, oltre alla capacità di creare una ‘visione’, si richiede la capacità di realizzarla con risultati tangibili e concreti, ma ancor più si richiede la capacità di creare le condizioni migliori per il team stesso perché possa lavorare meglio insieme, e allo stesso tempo creare le condizioni perché ogni membro esprima il meglio di sé.
Essere leader riguarda soprattutto le persone che si guidano e non sé stessi, il nuovo leader deve gestire e motivare gruppi di lavoro dove diversità ed eterogeneità sono una costante, e trarre da esse valore ed innovazione.
Ecco che allora nuovi importanti skill emergono come fondamentali, un esempio per tutti è la ‘emotional intelligence’ che permette di comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni, ma anche autenticità, passione, gestione dei conflitti.
Va sottolineato che questa evoluzione di modello di leader dovrebbe rendere più facile la valorizzazione dei manager / leader femminili che per loro intrinseca caratteristica sono più portati ad essere autentici, ad ascoltare, a prendersi cura, a essere sensibili alle cause sociali e, non ultimo, a realizzare.
Sviluppare la leadership nei giovani
E veniamo al secondo punto: come può un’organizzazione sviluppare la leadership nei giovani talenti? Poco ancora, almeno non abbastanza, viene fatto a livello scolastico anche nei MBA più prestigiosi, e sono ancora poche le realtà aziendali che si pongono il problema di sviluppare gli skill necessari ai futuri leader.
Esistono però delle ’practices’ come il networking, per sviluppare la componente relazionale, ed il mentoring, per trovare role model e ‘counseling’, che favoriscono il contatto fra giovane e leader talentuosi e generosi che mettono a disposizione la loro esperienza, le loro conoscenze per essere di modello e far crescere una nuova generazione di manager. Vengono in genere offerte da associazioni indipendenti, con il vantaggio di interconnettere realtà eterogenee, e stanno diventando sempre più rilevanti nella formazione e nel percorso professionale di chiunque abbia ambizioni di carriera.
Per concludere vorrei evidenziare come alcune di queste ‘practices’ siano fondamentali in tutte le fasi di sviluppo della vita privata e professionale.
In particolare il networking, visto come strumento per la costruzione delle alleanze, fa parte della “infrastruttura” a supporto, e’ indispensabile per:
- scambiare idee, confrontarsi;
- aiutarsi reciprocamente e crescere insieme;
- fare insieme progetti;
- creare opinioni e movimenti;
- rimuovere vincoli ed ostacoli (esterni ed interni) ed ottenere riconoscimenti e promozioni.
Come ha detto George Burton Adams “nessun uomo si e’ fatto da sé’’, ed e’ riconosciuto che oltre certi livelli di carriera, il network diventa condizione necessaria al successo.
Ma un network non si crea in una notte! Bisogna iniziare subito, non attendere quando se ne ha bisogno, bisogna essere generosi, cioe’ non solo chiedere ma offrire (esperienza, competenze, ascolto…. ) e coltivare le relazioni in modo non opportunistico, il risultato sara’ un’immenso arricchimento.
Roberta Toniolo