Lavorare con la X Generation

Alla X Generation appartengono le persone che oggi, nel 2022, hanno tra i 43 e 57 anni, nati tra il 1965 e il 1979. In Italia rappresentano la fascia più numerosa nel mondo del lavoro, più del 65% (dati 2019), hanno  soppiantato i Baby boomer nelle posizioni di vertice e di responsabilità. I membri di questa generazione sono indipendenti, con una grande capacità di adattamento e resilienza, sanno trovare soluzioni inaspettate. Sono portatori di grande valore e performance all’interno degli ambienti professionali. Ecco qualche suggerimento per collaborare e comunicare in modo più consapevole ed efficace. Contesto storico-sociale La X Gen è un gruppo generazionale nato e cresciuto negli anni ’60-’80, figli dei Baby Boomer e genitori della generazione Y o … Continua a leggere

Un futuro di generazioni

🎙️Dal 29 settembre 2022 su Spotify di  That’s Y Isabella Pierantoni con cui finalmente impariamo a definire le #generazioni senza misunderstanding o polarizzazioni, per comprendere davvero le ambizioni, i comportamenti e i desideri delle 7 generazioni presenti oggi nel mondo..​​​​​👨‍👩‍👧‍👦​👵🏻​🧓🏼​ 🦳Con lei distinguiamo le discriminazioni strutturali (economiche, sociali, previdenziali) da quelle culturali tra generazioni #giovani e #adulte e scopriamo l’importanza del “diventare grandi” in un determinato momento storico. 💼​Ma non solo, perché riflettiamo su come le dinamiche generazionali incidano nelle differenze culturali e valoriali sul lavoro e ci spingiamo a scorgere i trend che caratterizzeranno le future generazioni 👧🏽 #Alpha e 👶🏼​#Beta. 📌​Perché per prepararci al futuro è sempre più importante riconoscere le dinamiche generazionali intorno a noi. 🎧Link Spotify al primo commento, as usual 👇 Da ascoltare qui puntata … Continua a leggere

Geo-demografia della guerra e dell’esercito di Putin

Il territorio russo si estende per 11 fusi orari, dal confine con l’Ucraina a ovest fino al Mar del Giappone a est. Conta 40 etnie riconosciute, a loro volta contenenti numerosi gruppi etnici minori tutti nativi della Siberia. La prospettiva demografico-generazionale è uno strumento solido e allo stesso tempo flessibile per leggere i nostri tempi  perchè si basa su dati certi del presente e del passato,  per questo consente di individuare scenari sul futuro. Il conflitto in corso sulle terre d’ Europa va letto anche in quest’ottica, quella in cui assistiamo anche ad una guerra demografica, generazionale che avrà forti impatti sul presente-futuro della Russia e dell’Europa. Nonostante la vastità territoriale la Russia è un paese demograficamente vecchio e poco … Continua a leggere

3,5 Milioni gli under 23 per la prima volta al voto: come pensano e voteranno?

Sono circa 3,5 milioni i giovani italiani (parte della Z Gen) chiamati al voto il prossimo 25 settembre*, rappresentano il 7% degli aventi diritto. Un numero che comincia a diventare rilevante anche per i politici visto l’aumento di chi invece decide di non votare, il ‘partito’ ad oggi più numeroso in Italia. I programmi elettorali dei partiti cominciano ad esporre temi vicini ai giovani anche se con scarso appeal e confusione su chi siano veramente, la gaffe del quotidiano Repubblica – in cui scambiano la X Generation e i millennial con la Z Gen – è diventata virale proprio per questo. La sfida più grande è quella di portarli dentro la cabina elettorale. I partiti politici lo sanno e potrebbero … Continua a leggere

Tra futuro del lavoro e lavori del futuro: ti stai preparando?

Imparare a leggere il presente e a individuare i futuri in arrivo – in tempi difficili, veloci e allo stesso tempo fragili come quelli attuali – è una competenza indispensabile da aggiungere alla valigetta degli attrezzi di singoli individui e professionisti, leader e squadre di lavoro.  Sapersi muovere nella complessità e prendere decisioni solide e robuste di lungo periodo sono habitus mentali e comportamentali che richiedono nuove conoscenze e strumenti: i dati demografici, la prospettiva generazionale e i futures studies costituiscono i metodi e le competenze strategiche indispensabili per vivere nel XXI secolo. La CPF in partenza a ottobre 2022 è dedicata ad individuare le caratteristiche future della società italiana e, conseguentemente, del mondo del lavoro nei prossimi decenni, in … Continua a leggere

Università e scuole italiane a rischio chiusura

Pochi studenti, poche università. Molte università italiane rischiano la chiusura dal 2030, hanno davanti solo un paio di cicli scolastici e universitari prima di vedere scendere il numero degli iscritti. Anche questo è uno degli effetti del calo delle nascite, un effetto concreto di quello che ci attende da qui al 2031 e poi al 2041. Già oggi ci sono zone del paese in cui le scuole hanno un basso numero di studenti alle elementari e medie, ad esempio alcuni comuni montani o di piccoli paesi, ma guardando più in là le università italiane a breve vedranno scendere notevolmente il numero dei loro iscritti se non riusciranno ad attrarre nuovi studenti, non solo a livello regionale-provinciale ma anche nazionale e internazionale. … Continua a leggere

Le differenze tra i dipendenti di oggi e quelli di ieri

La compresenza di più generazioni nel mondo del lavoro contribuisce alla complessità del XXI sec., comprenderne le differenze e le opportunità aumenta le possibilità di utilizzare la ricchezza di questa diversità e facilita la gestione di inutili conflitti e stereotipi. Entro il 2030 in Italia i Baby Boomer più giovani avranno circa 65 anni saranno gli ultimi della loro generazione ad uscire dalla forza lavoro.  La loro uscita professionale sta già creando forti criticità nella ricerca di figure professionali in diversi settori, non solo manifatturiero ma anche sanitario, commerciale, pubblico ecc., a causa della diminuzione delle nascite in Italia, fenomeno ormai noto, che incide profondamente sul ricambio generazionale. E’ necessario preparare questo passaggio, in corso da tempo nelle aziende, in … Continua a leggere

Gen Z e Millennials: selezionano loro l'azienda, non il contrario

Non è più l’azienda a selezionare i collaboratori, oggi sono loro a scegliere l’azienda-organizzazione e il tipo di lavoro. Nelle aziende ancora troppi managers e leader resistono ad adottare nuovi modelli di lavoro ibrido e a comprendere la logica della YOLO Economy. Ma per quanto ancora potranno evitarlo? Qualche consiglio. Equilibrio vita-lavoro, equità di trattamento economico, geografia salariale, flessibilità oraria, autonomia professionale sono solo alcuni degli elementi che pesano sull’accettazione di una proposta professionale da parte di giovani under 35. L’ultima ricerca a confermare questo cambiamento, oramai inarrestabile, è lo studio globale Workmonitor della  multinazionale di consulenza sulle risorse umane Randstad che ha intervistato 35.000 lavoratori in 34 mercati. Più del 55% degli intervistati appartenenti alla Z Gen e Millennials … Continua a leggere

“Grandi dimissioni” o "Ri-organizzazione del mercato del lavoro"?

“Grandi dimissioni” o “Ri-organizzazione del mercato del lavoro”? Effetti e conseguenze sulla mobilità. In Italia nel 2021, secondo i dati del ministero del Lavoro, si contano 2 milioni di abbandoni volontari da parte dei dipendenti, un +33% rispetto al 2020[1]. È un numero di molto inferiore rispetto agli USA, paese in cui dalla primavera dello scorso anno si sono dimesse circa 4 milioni di persone al mese (vedi qui) ma nella realtà occupazionale italiana è un numero decisamente rilevante soprattutto per la novità del comportamento dei lavoratori. Il mercato del lavoro italiano fino alla pandemia, lato lavoratore o aspirante tale, a causa delle condizioni da sempre difficili in termini di offerta, è sempre stato caratterizzato dalla ricerca di un lavoro … Continua a leggere

Occupati più vecchi e giovani introvabili, che fare?

Non è un mistero: in Italia mancano i giovani. E non perché se ne vanno, la questione dei cervelli in fuga è più complessa di così perché se ne vanno anche i 40enni e oltre. Il punto è, come anche Istat conferma, che non ce ne sono abbastanza visto l’inverno demografico che ormai da più di 15 anni caratterizza l’Italia. Nella mappa si vede come nel corso dei decenni diminuisce la popolazione nei piccoli comuni e aumenta di molto nelle grandi città (in viola intenso). Un fenomeno globale a cui non sfugge l’Italia per il quale si prevede che entro fine secolo il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane con forti conseguenze e impatti nei territori locali in … Continua a leggere