Silvia Rigamonti intervista Chiara Ieva, Psicologa, millennial, fondatrice di Fa-Voliamo
La sfida dell’apprendimento delle generazioni più giovani è una delle novità evolutive che ci accompagna in questi tempi nuovi e sfidanti. In questo approfondimento chiediamo a Fa-voliamo[1] cosa osservano e come scelgono di agire sul tema dell’apprendimento con la Z Generation (nati tra 1995 e 2010) e l’Alfa Generation (nati dopo il 2010).
Le modalità di apprendimento dei cosiddetti “nativi digitali” sono molto diverse rispetto a quelle delle generazioni precedenti. Nati e cresciuti in una realtà caratterizzata dalla velocità e dall’interconnessione, i bambini di oggi si abituano fin da subito a:
- recepire e processare una quantità di informazioni molto elevata
- sono allenati a lavorare contemporaneamente su più fronti
- sanno passare rapidamente da un compito all’altro.
CAMBIA IL COMPORTAMENTO TATTILE E L’ATTENZIONE DEI BAMBINI
“Osservando i bambini utilizzare i diversi materiali messi a loro disposizione durante le attività manuali che spesso svolgiamo, è facile, ad esempio, accorgersi di come sia cambiato il modo in cui i bambini toccano le cose: non tanto per sentirle, annusarle e scoprirle quanto piuttosto per “scorrerle” come i nuovi strumenti tecnologici li abituano a fare. All’aumentare della velocità con cui le informazioni vengono immagazzinate, diminuisce però la profondità dell’esperienza conoscitiva, che viene inoltre trattenuta in memoria per un lasso di tempo inferiore rispetto al passato: i bambini oggi faticano a mantenere focalizzata l’attenzione per l’intera durata di un’attività e non è raro sentirli domandare in fretta: “quando cambiamo gioco?” o “adesso cosa facciamo?”.
IL BISOGNO DI RELAZIONE SI TRASFORMA IN STRUMENTO DI CONOSCENZA
“A fronte di cambiamenti così sostanziali nelle modalità del conoscere, mi sento invece di dire che il bisogno principale delle nuove generazioni non è assolutamente diverso da quello delle precedenti: ad interessare i bambini di oggi è ancora prima di tutto la relazione. Nella figura del genitore, del maestro o dell’educatore i bambini cercano un riferimento col quale poter instaurare un rapporto che sia per loro significativo. La conoscenza in sé non ha per il bambino alcuna attrattiva se non è strumento di relazione, se non gli permette cioè di capire meglio se stesso e gli altri.”
GENITORI E FIGLI, MAESTRI E ALLIEVI
“Una grande sfida che oggi caratterizza il rapporto educativo tra genitori e figli, maestri e allievi è quindi quella di riuscire a trovare un equilibrio tra la soddisfazione di un bisogno relazionale che, per sua natura, ha tempi lunghi (perché necessita di riti, pazienza, attenzione, conoscenza profonda di sé e dell’altro) e l’utilizzo di metodi nuovi che siano più vicini alla realtà che i bambini di oggi sperimentano.
Per raggiungere con efficacia gli obiettivi educativi che di volta in volta ci si pone, alcune indicazioni di contenuto e di metodo che ci guidano nel nostro lavoro sono:
1. Le proposte devono essere divertenti.
E’ divertendosi che si impara e per un bambino non c’è attività più divertente del gioco. Ecco allora che il gioco deve entrare a scuola e diventare parte integrante delle modalità di insegnamento.
2. Ritmo e ritualità sono importanti.
L’alternanza di momenti teorici (in cui giocando vengono trasmesse nozioni) e momenti più pratici (in cui si chiede ai bambini di realizzare qualcosa manualmente), scandisce un ritmo che aiuta il bambino a partecipare attivamente e a mantenere alta la concentrazione. E’ inoltre molto utile istituire dei rituali che sottolineino l’importanza di alcuni particolari momenti come, ad esempio, quello della narrazione.
3. La flessibilità è una carta vincente.
Quando si incontrano adulti collaboranti e flessibili, è possibile abbandonare la classica lezione frontale, svolgere gli incontri seduti per terra, costruire tane, giocare al buio, assegnare compiti non ai bambini ma alle maestre … In generale, organizzare tutto nei minimi dettagli, è segno di professionalità e rispetto. Tuttavia, è fondamentale anche essere pronti a cambiare programma se le circostanze lo richiedono.
4. Il coinvolgimento degli adulti (maestri e genitori) è fondamentale.
La collaborazione tra famiglie e insegnanti è il miglior antidoto per sconfiggere il senso di inadeguatezza che oggi molti genitori e maestri dicono di avvertire e che li spinge a considerare la distanza generazionale rispetto ai bambini come un ostacolo invece che come una risorsa.
Fa-Voliamo si occupa di questo coinvolgendo fin da subito le maestre all’interno del lavoro e coinvolgendo le famiglie alle quali, al termine di ogni progetto, viene consegnato un report con alcune osservazioni sull’essere e sull’agire dei loro bambini. Un lavoro impegnativo che però ha sempre ottenuto l’effetto desiderato: i genitori partecipano numerosi al momento di restituzione finale, si sentono supportati nel loro compito educativo, sono grati alle maestre per la scelta dei progetti e fanno moltissime domande.”
COSA SI PUO’ FARE?
Qualche esempio da Fa-voliamo: “ Emozioni in fiaba ” – attraverso un uso innovativo della narrazione – ha consentito a diverse classi di 3a elementare di lavorare sulla competenza emotiva, fornendo ai bambini le competenze necessarie a riconoscere, esprimere e gestire correttamente le emozioni. Con il progetto “ Fa-Voloso teatro in musica ”, i bambini di 4a elementare hanno scoperto nuovi talenti e si sono raccontati in tanti modi diversi, arrivando a capire che ognuno di noi è costituito da molteplici aspetti e che ciascuno di questi aspetti può all’occorrenza trasformarsi in risorsa. Il progetto “ Sbagliando si impara ? ”, incentrato sul delicato e importantissimo tema dell’autostima, ha visto i ragazzi di 5a elementare allenarsi a recuperare gli errori che quotidianamente si commettono e a rimediare agli sbagli che si compiono nei confronti di sé e degli altri. Con le “ Lezioni di felicità ” sono invece i bambini stessi che, dopo essersi allenati e aver potenziato le competenze necessarie ad essere felici, realizzano un manuale della felicità e progettano alcuni laboratori per far sperimentare ad altri ciò che li rende felici.
[1] Fa-Voliamo (www.favoliamo.net) nasce dal desiderio di provare a dare una risposta appropriata e divertente al bisogno di educare in modo innovativo.