Parlare di generazioni nel lavoro, oggi, è diventato quasi una moda: se ne discute a convegni, nei corridoi aziendali, nei media. Ma troppo spesso questo discorso resta intrappolato in una narrativa povera e riduttiva, che banalizza un tema cruciale per l’evoluzione, e la crescita a più livelli, della società e delle persone, sia come cittadini che come singoli e lavoratori. Da una parte c’è la retorica dello scontro: “I giovani sono fragili”, “I senior resistono al cambiamento”.Dall’altra la diffusione dei cliché: “I Millennials vogliono solo avere tempo libero con lo smart Working”, “I Boomers lavorano senza sosta”, gli “Z Gen non sono affidabili”. Il risultato? A livello sociale le polarizzazioni generazionali alimentano rabbia sociale e disuguaglianze sempre più evidenti. Nelle … Continua a leggere
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Le prime ad avere la possibilità di lavorare nelle fabbriche o a poter andare all’università. Sono le stesse che oggi a 60 anni e più, spesso nella P.A. non vogliono lasciare il lavoro, ma sono anche quelle che hanno sulle spalle figli adulti da continuare a mantenere e genitori anziani.








