Chi sono?
Nel 2025, hanno dai 100 anni in su, in Italia sono meno di 22 mila, in 10 anni oltre il 30% in più.
(Fonte Istat, Rapporto Today, novembre 2024)
Sono gli attuali centenari, in dieci anni, grazie ad una maggiore longevità, sono aumentati del 30%. Sono 22 mila centenari e quasi 700 semi-supercentenari (>=105 anni). Oltre il 80% dei centenari è di genere femminile. Sono distribuiti sul territorio in modo eterogeneo, con in testa la Lombardia seguita da Lazio ed Emilia Romagna e le altre regioni. In Liguria la concentrazione più elevata di centenari, 61 ogni 100mila residenti. Il 89% nella classe 100-104 anni vive in famiglia, il 89% classe 105+ anni in residenze istituzionalizzate. Fra i supercentenari il 97% vive in famiglia, probabilmente a causa della carenza territoriale di strutture adatte ad ospitarli ma, anche, per la disponibilità delle famiglie a fornire cure e attenzioni che solo un ambiente famigliare può offrire.
Sono anche chiamati Greatest Generation hanno vissuto i contraccolpi della Grande Depressione del 1929 in Usa e hanno combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, sviluppando valori di sacrificio, lavoro duro e patriottismo.
Le parole chiave di questa generazione hanno a che fare con la sopravvivenza fisica, ai loro tempi la famiglia non era sinonimo di sicurezza, al contrario più figli garantivano più braccia utili al lavoro in campagna e aumentavano le probabilità di sopravvivenza.
Il fattore, il mezzadro erano lavori di potere, possedere un pezzo di terra oppure la casa in paese era per pochi, studiare non era previsto, semmai un figlio maschio per famiglia, non di più. In Italia – uno dei paesi più longevi sul pianeta – qualcuno dà ancora una mano, o qualche consiglio, nelle imprese di famiglia.
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Erano bambini durante il terremoto di Messina, quando il Titanic é affondato, e gli adulti partivano con il bastimento e non tornavano. La guerra italo-turca, i campi di concentramento per i libici a Caserta erano argomenti di cui si sentiva parlare in casa. Hanno visto partire genitori e parenti per la prima Guerra mondiale, a 10 anni potevano diventare capo-famiglia. È la prima generazione italiana a conoscere le cause e gli effetti della parola emigrazione, da bambini hanno visto partire i propri genitori senza vederli mai più, gli uomini e le donne dai paesi lasciare figli e nipoti agli anziani senza sapere più nulla di chi partiva, se tornavano era un segno di fallimento. Per questa generazione partire significava la differenza tra vivere o morire. Sono i figli nati orfani, quando non erano essi stessi tra i 4 milioni di italiani arrivati a Ellis Island nei primi anni del ‘900.
Tra loro: Adriano Olivetti, Carlo Azeglio Ciampi, Andrea Camilleri, Elizabeth the Queen …
Quali futuri lasciano aperti? Come utilizzare la loro storia e memoria?
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