L’impatto: una definizione
Ogni generazione elabora e agisce valori specifici, credenze, convinzioni, cultura, filosofia di vita, capacità e competenze a seconda del periodo storico-sociale e tecnologico che respira e vive negli anni della crescita giovanile. Questo modo di vedere il mondo, generalmente parlando, e con le dovute differenze, é quello che ogni generazione porta nella vita e nel posto di lavoro.
L’intervallo temporale tra una generazione e l’altra è di circa 15/20 anni, con uno scostamento di circa 5 anni tra studiosi del fenomeno. Dal 2010 sono 7 le generazioni che convivono insieme su questo pianeta, e sono portatrici di visioni del mondo profondamente diverse tra loro, ma anche con punti di incontro incredibili, a volte difficili da vedere.
Il fatto straordinario e unico é che oggi – in seguito all’allungamento della vita media nel mondo occidentale – queste generazioni sono tutte insieme nello stesso mondo, società, famiglia, lavoro. Ciascuna con aspettative e ambizioni da realizzare simili e diverse, allo stesso tempo, da quelle delle generazioni precedenti e con stili di comunicazione, di relazione e di linguaggio nuovi e differenti.
Il primo passo é saperlo.
Cosa è cambiato?
Iniziare a lavorare subito dopo il diploma, magari all’età di 18/24 anni, come può essere accaduto a chi è nato negli anni ’50/’60, oppure iniziare a lavorare all’età di 25/30 anni, come può succedere o è successo a chi è nato negli anni ’80/’90, significa mettere a confronto mondi e filosofie di vita, bisogni, aspettative, valori, approcci al modo di lavorare completamente differenti l’uno dall’altro.
Il cambiamento delle condizioni di ingresso al mondo del lavoro, in termini di soglia d’età, livello di studio, anni di lavoro minimi per il raggiungimento della pensione, influisce sulla gestione delle risorse umane in azienda. Oggi in una realtà lavorativa é possibile la compresenza di persone che possono avere dai 16 ai 30 o 40 anni di differenza tra loro, ad esempio a capo di un team, il responsabile, può avere riporti che vanno dai 20/25 anni ai 55/60 anni. Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg è nato nel 1984.
Come possono comprendersi e completarsi persone con visioni, abitudini, strutture mentali e di linguaggio nate da esperienze e vissuti diversi?
Siamo convinti che sia possibile apprendere molto e, magari, innovare o cambiare quello che oggi non funziona più se impariamo a sfruttare il potenziale innovativo nascosto di generazioni differenti. Le analisi e le riflessioni compiute all’interno del progetto Generation Mover hanno l’obiettivo di promuovere e sviluppare la consapevolezza sul tema generazionale prima e delle potenzialità poi.
Questa consapevolezza può esser la chiave per fare di questo tema un’ area di intervento straordinaria, nella quale giocare una parte importante della crescita e del successo di un’azienda.
Nella società
Sotto il profilo socio-economico, il disagio della generazione dei 40/50enni (la generazione perduta, o X Gen), l’ultima generazione ad avere avuto accesso alla possibilità del posto fisso, sembra esplodere in tutte le sue contraddizioni. Figli (gli attuali 40/50enni) che contribuiscono con il loro lavoro al mantenimento di padri e nonni (Boomers e Matures) andati in pensione con tutti i privilegi, spesso anche baby-pensionati in Italia, che invece poco hanno contribuito allo stato sociale attuale, generando per se stessi una ricchezza individuale che i figli non raggiungeranno mai.
In azienda
Il fattore generazionale è oggi una delle chiavi del successo dell’impresa. Il potenziale rivoluzionario dovuto ai grandi cambiamenti recenti causati, anche, dalla convivenza di 5 generazioni nello stesso ambiente professionale non è ancora stato colto completamente in Italia. Studi recenti fanno del tema generazionale una lente attraverso la quale, non solo è possibile guardare (e tentare di interpretare) l’evoluzione della nostra società e dei nostri sistemi di produzione, ma anche intervenire per migliorare l’efficacia e la performance dei gruppi di lavoro e delle organizzazioni in un’ottica di sostenibilità generazionale e di business.
L’organizzazione
Sotto il profilo dell’organizzazione aziendale, per la prima volta nella storia, sotto lo stesso tetto di una singola organizzazione, possono convivere fino a 5 generazioni, che stanno in azienda con sistemi di valori, obiettivi, linguaggi, sensibilità tanto diversi da essere potenzialmente un ostacolo alla produttività, all’ efficienza, in una parola, al successo di un’azienda.
La comunicazione
Si pensi solo alla comunicazione (largamente intesa) che in azienda dovrebbe scorrere fluida e che invece, molto spesso, risulta difficile proprio a causa delle differenze, ma ancora di più a causa della poca conoscenza della natura delle generazioni, dei loro sistemi valoriali, delle loro aspettative. Un esempio, tra molti altri, è l’avversione di molti boomers verso l’utilizzo di blackberry, ipod, email utilizzati invece normalmente dalla X generation a qualsiasi ora del giorno e della notte.
L’innovazione
Spesso il tabù di una generazione diventa il trampolino di lancio per un’altra, oppure un nuovo punto di vista di una generazione fa cogliere opportunità inaspettate, l’innovazione passa attraverso la capacità di saper vedere le cose con gli occhi di un altro, magari con un’età diversa.
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