Il mercato del lavoro cambia sempre più rapidamente, segue le innovazioni tecnologiche che si affiancano al mondo professionale e, se come già avevamo detto nel nostro articolo ‘Nessun lavoro è al sicuro‘ il ritmo è di 3 anni circa nell’ultimo decennio a livello di cambiamento delle professioni e dei prodotti, è altrettanto vero che anche i cicli scolastici stanno cambiando sempre più rapidamente.
Gli insegnanti dicono che nel corso degli ultimi tre cicli scolastici – per ciclo ci riferiamo a quelli delle scuole elementari, cioè di 5 anni in Italia – , i bambini hanno modificato il loro ‘stare a scuola‘:
i modelli didattici precedenti cominciano a non funzionare più perchè gli stili di apprendimento stessi stanno cambiando a causa dell’impatto tecnologico nella vita quotidiana delle persone fin dalla più tenera età: la velocità nel ritmo didattico, la modalità di apprendimento attraverso l’esperienza e per tentativi continui, la ricerca costante di alternative, la richiesta di feedback immediato sono elementi che non si allineano facilmente con i modelli didattico-pedagogico attuali. E qui non voglio entrare nella ‘querelle’ se questo è un bene o un male. E’ solo un punto di osservazione e di partenza di questa specifica riflessione.
Questi due cambiamenti comportano uno stravolgimento di quelle che sono le capacità e le competenze che solo fino a pochi anni fa erano essenziali per entrare nel mondo del lavoro oppure per restarci.
In questo articolo “Il 65% dei bambini che iniziano le elementari farà un lavoro che oggi non esiste. E allora, che cosa deve insegnare la scuola oggi?” la domanda base è quali sono oggi e quali saranno domani le skill necessarie a scuola come nella professione, in particolare a livello digitale. Ci sono interviste ma anche riflessioni su cosa potrebbe servire a livello formativo per le nuove generazioni, ricco di riferimenti che potete trovare anche nella pubblicazione di Generation Mover con dati italiani.