Le novità in arrivo con la Z Gen

Le generazioni attive professionalmente sono ormai 5 a tutti gli effetti.  Anche i più grandi degli Z stanno facendo il loro ingresso nel mondo del lavoro. Più precisamente, ammontano a circa 1 milione i giovani già occupati, secondo la nostra elaborazione sui dati Istat 2018.

E questo aggiunge un altro tassello ad un ambiente già variegato, che si trova a dover fare i conti con le differenze di linguaggi e motivazioni tra Millennials, XGens, Boomers e via risalendo lungo la scala delle generazioni.

Giacché gli esponenti della Generazione Z presentano caratteristiche molto diverse da quelle dei loro colleghi appena più grandi.

Questo post del World Economic Forum riassume in modo semplice ed efficace i tratti principali dei nuovi arrivati, desunti da una molteplicità di fonti. Se i Millennials sono cresciuti in un momento positivo per l’economia, sono idealisti e cercano sempre nuove esperienze coinvolgenti, gli Z hanno aperto gli occhi in un mondo affondato nella recessione, hanno sviluppato un orientamento pragmatico e la loro priorità è il risparmio di denaro.

Sono la prima generazione di nativi digitali, è vero. Ciononostante, al lavoro la maggioranza degli Z – udite udite – risulta preferire la comunicazione personale diretta. A questo elemento se ne può forse collegare un altro, che emerge dai comportamenti di consumo: laddove i Millennials cercano la comunanza di valori, gli Z scelgono in base al senso di autenticità trasmesso dal brand.

Però uno degli spunti che mi sembrano di maggiore interesse riguarda le prospettive lavorative. I giovani e giovanissimi si aspettano di lavorare più duramente dei loro predecessori. Ma soprattutto:

secondo questa lettura, i ragazzi della generazione Z aspirano alla sicurezza economica e ad un lavoro stabile in aziende medio-grandi.

Il che va in controtendenza rispetto alle diffuse aspettative di un futuro del lavoro fatto di free-lance, nomadi e intraprendenti. E rispetto alla imprenditorialità “precoce” di cui abbiamo dato diversi esempi noi stessi in questo blog.

Ecco dunque un elemento di analisi da tenere presente. Da un lato, le tecnologie, lo smart working, i nuovi modelli organizzativi portano verso un assetto dinamico e destrutturato. Dall’altro, è all’orizzonte una generazione fin da subito scottata dalla crisi economica e dall’incertezza. Un  dualismo molto interessante da osservare e studiare nei suoi effetti pratici nel tempo.

Mattia Rossi

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