Generazione Alpha: i cittadini del futuro

Identikit della Alpha Generation: qual è la posta in gioco?

Il termine Generazione Alpha è stato coniato nel 2005 dal ricercatore sociale australiano Mark McCrindle, indica la fascia dei ragazzi nati dal 2010 al 2025.

Un articolo letto qualche tempo fa[1] è l’occasione per parlare di questa generazione di nuovi nati come coloro che segnano definitivamente il passaggio a qualcosa di nuovo e inaspettato, rispetto all’arco evolutivo del genere umano sul pianeta.

Sono loro, i bambini che nel 2020 hanno fino a 10 anni, il nostro punto di osservazione più ragionevole verso i futuri che, sempre più velocemente, si stanno avvicinando.

Gli elementi distintivi

Se è vero che i tratti di appartenenza generazionale iniziano a formarsi durante gli anni dell’ adolescenza e  pre-adolescenza,  allora possiamo cominciare ad osservare in questi giovanissimi delle nuove modalità di comportamento.

I punti chiave distintivi possono essere considerati come una sorta di indizi di futuro nel presente. Eccone qualcuno:

  1. Sono i primi bambini del nuovo secolo che, catastrofi climatiche premettendo, arriveranno ad avere 90 anni e più a fine secolo.
  2. Molti dei bambini della generazione Alpha vivono i loro primi anni di crescita in contesti diversi dalla famiglia d’origine, in cui il contatto affettivo genitoriale è mediato dai nonni o da strutture come asili nido e scuole materne.
  3. Sempre più spesso sono figli di genitori stranieri[2] o stranieri essi stessi nati in paesi diversi da quello di residenza. La diversità razziale è un elemento situazionale e un’emozione che imparano a conoscere presto.  Negli USA i ragazzi bianchi della Z Gen, appena più grandi 12/13enni cominciano ad essere in minoranza[3].
  4. Questi bambini imparano da subito che esistono disuguaglianze sociali, politiche ed economiche. Vivono in un’epoca di scarsità economica e ambientale e ne sono consapevoli da subito, lo apprendono presto nei discorsi a casa, dai social media, in famiglia e a scuola.
  5. Figli della generazione Y o millennial, a volte anche di Baby Boomer, – la prima coorte generazionale ad aver posticipato l’età in cui si decide di mettere su famiglia – sono spesso figli unici, e se le condizioni economico-professionali dei genitori lo permettono, sono abituati a viaggiare frequentemente, vivono in ambienti urbani, osservano i propri genitori cambiare spesso lavoro e casa.
  6. Sono native digital literates, prendono in mano un supporto digitale prima di mettere i denti, e imparano a fare foto e ad inviarle prima di parlare. La pervasività di questi strumenti nella vita quotidiana di questi bambini, già a pochi mesi di vita, ha accelerato le modalità di apprendimento ma il costo, ancora tutto da valutare, è quello rilevato da educatori e insegnanti in tempi di attenzione più brevi e una capacità di relazione sociale diversa da quella delle generazioni precedenti.
  7. Per divertirsi o tirarsi su si interfacciano con Alexa, e sempre a strumenti tecnologici possono chiedere come risolvere situazioni o gestire emozioni. Già a 5 anni.
  8. Hanno preso in mano un oggetto digitale prima di togliere il pannolino. Per questo sono anche detti ‘Generation Glass’: cresciuti toccando schermi di vetro per giocare, per comunicare, per imparare, e qualcuno di loro anche per lavorare, eh si perché diversi giocando su uno schermo, guadagnano e bene anche!.

Le proiezioni sociali rilevano che i bambini di questa coorte particolare:

  • guadagneranno più tardi rispetto ai loro stessi genitori, diventando economicamente autonomi più in là, tenderanno a restare più tempo nella famiglia d’origine, come già accade negli USA dal 2017.
  • Si ammaleranno anche di più – insieme ai loro vicini Z Generation – a causa della situazione del pianeta e dell’inquinamento conseguente, già adesso si fanno previsioni su questo.
  • Avendo affrontato da piccoli le restrizioni e i pericoli di una pandemia globale potrebbero sviluppare sia attitudini di resilienza e determinazione che fragilità individuali di insicurezza e paura.
  • L’attenzione all’ambiente e ad un’economia sostenibile sarà uno dei fattori chiave per cui lottare e da realizzare poiché imparano prestissimo, già all’asilo, l’importanza della raccolta differenziata, la gestione delle risorse limitate come acqua e luce, il rispetto dei compagni di gioco senza distinzione di genere, cultura, linguaggio

Indizi di futuri in arrivo

L’utilizzo innato della tecnologia li caratterizza e li distingue da tutte le generazioni precedenti proprio perché contribuisce a formarli come individui, cittadini, consumatori, lavoratori, e futuri produttori di contenuti, servizi e prodotti. La tecnologia li rende più creativi rispetto alle generazioni più adulte, ma in cosa questo si manifesterà a livello individuale e collettivo è tutto da vedere.

Il senso del lavoro potrebbe essere completamente diverso da quello di tutte le generazioni precedenti, sono in grado di guadagnare da piccolissimi e ne sono consapevoli, spesso i genitori sono loro manager e anche se non è possibile per tutti, sanno che alcuni loro coetanei lo fanno. Ed è normale.

Sono i primi bambini della storia ad aver inventato nuovi mestieri con nuovi strumenti, senza l’aiuto di un adulto. Il lavoro è un gioco.

Avranno più tempo? Domanda lecita pensando al futuro prossimo, anche solo tra 10 anni, al 2030. Del resto sanno utilizzare benissimo la tecnologia digitale per tutto o quasi, e in autonomia, lo hanno imparato da piccolissimi osservando i più grandi: basta uno smartphone o Alexa per prendere appuntamenti, trovare amici,  fare sport, organizzare visite mediche, parcheggiare l’auto, fare la spesa, gestire la giornata tra le diverse attività di studio-lavoro-famiglia-sport-relazioni-apprendimento vario ecc. .

Il tempo dell’apprendimento sarà amplificato e costante per tutta la vita di questi ragazzi,  il Covid-19 ha accelerato tutti i cambiamenti precedenti in corso,  introducendo massivamente nuove forme e modelli educativi e di formazione per tutte le fasce d’età, i bambini Alpha sono i primi ad andare a scuola da casa.

L’avvio e la gestione delle relazioni personali, famigliari e affettive è un vero dilemma: se da bambino impari a ridere facendoti raccontare una barzelletta da Alexa, a cucinare con un robot, a delegare la cura dei nonni a dei robots, oppure a prendere un appuntamento per conoscere qualcuno attraverso un’ app … come e cosa potrai  immaginare o desiderare, da grande? Come sarà ‘normale’ avviare una relazione? Che mondo ti aspetterai? Quale sarà il senso del lavoro se oggi vedi tuoi coetanei junior divertirsi online e guadagnare? Oppure vedi i tuoi genitori lavorare da casa appollaiati in salotto o in cucina …

Si lo so non posso chiudere con delle domande, ma qualche risposta c’è, a saperla vedere e certamente bisogna cominciare a lavoraci su, magari in un bell’esercizio di futuro?

 

Isabella Pierantoni

 

  • [1] Huffington Post, “What’s the deal with Generation Alpha”, 8-11-2019
  • [2] Elwood Carlson, demografo statunitense
  • [3] William H. Frey, demografo e senior fellow alla Brooking Institution.

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