Una giovane Gen Z alla World Futures Studies Federation.
Si parla molto delle caratteristiche della Generazione Z oggi, in Italia e nel mondo. Hanno tra i 10 e i 25 anni, si preoccupano dell’ambiente e del clima, riconoscono le diversità, sono pragmatici e veloci e inventano nuovi mestieri. Ma come immaginano il futuro?
“Sono Charlotte Bernard, una Gen Z”*. In un recente articolo comparso sull’edizione estiva 2020 di “Human Futures” della World Futures Studies Federation, dal titolo “My imagined Future as a Gen Z”, il terzo membro junior della WFSF ci racconta il futuro che immagina.
Charlotte è nata in Francia nel 2004 e studia alle superiori materie come matematica, storia ed inglese. Pratica molti sport, suona il piano ed è interessata all’ecologia e alla protezione del nostro futuro. Sa che la sua generazione dovrà vivere in un mondo in cui il cambiamento climatico e le azioni per contrastare tutti i tipi di inquinamento saranno parte della vita di tutti i giorni, e con questa consapevolezza ha deciso di saperne di più sul possibile impatto che questa sfida può avere sul suo futuro.
“Non vorrei passare la mia adolescenza sentendo parlare di cambiamento climatico e futuri pessimistici senza conoscere tutti i possibili futuri, siano essi fantastici o meno”.
E’ per questo che Charlotte è diventata membro della World Futures Studies Federation, la Federazione Mondiale degli Studi di Futuri, per conoscere il future thinking, capire davvero come lavorano gli esperti di futuri, come ri-vedono o riscrivono i futuri plausibili alternativi che potremmo vivere e come dobbiamo evitare i più terribili, scegliendo invece quelli preferiti.
“E, come Generazione Z, io ho un futuro preferito” e desideri per cambiare il futuro del mondo. Ad esempio, potremmo mangiare carne due o tre volte alla settimana, invece di ogni giorno, e localmente, oppure viaggiare meno, magari continuando a visitare nuovi paesi una volta ogni due anni, invece di ogni anno.
Charlotte propone cambiamenti moderati, ma che potrebbero comunque migliorare le nostre prospettive velocemente e senza essere troppo drastici. Queste azioni non bastano, però. “Uno dei modi per rendere il mondo più consapevole è l’attivismo”, ad esempio facendo dimostrazioni, dibattendo e visitando paesi.
“L’anno scorso, molti compagni di classe di mia sorella hanno partecipato alle manifestazioni per l’ambiente ed ero felice che la scuola lo consentisse”. Nonostante ci sia ancora molto lavoro da fare, si stava andando verso una giusta direzione: alcune specie in pericolo stavano riapparendo in qualche località, le leggi stavano riducendo l’utilizzo i massa della plastica”.
Con la pandemia COVID-19, però, non siamo più capaci di agire come prima e dobbiamo adattarci : “Per ragioni di salute, usiamo molta più plastica di prima, ogni giorno, per evitare la diffusione del virus, e senza un vaccino dovremo continuare a produrne”. Charlotte è preoccupata di come il suo futuro sarà e di come finiranno le cose se molti disastri naturali, come il COVID-19, si verificheranno.
La nostra Gen Z non vuole avere uno stile di vita diverso da quello che vive oggi, ma sa che il mondo cambierà e forse non avrà nel futuro le stesse opportunità di oggi. Questo è il motivo per cui tutti dovrebbero fare uno sforzo.
“È tempo di cambiare la nostra vita di tutti i giorni, non solo perché qualcuno lo vuole, ma perché abbiamo bisogno di farlo. Per i nostri figli, per noi, per le nuove generazioni. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini per vivere un mondo migliore”.
E voi? Cosa desiderate per voi stessi e per il futuro dell’umanità?
Mara Di Berardo, Millennium Project Italian node Co-chair
*A breve l’intervista esclusiva a Charlotte Bernard a cura di Mara Di Berardo
Riferimenti:
Bernard, C. (2020), “My imagined future as a Gen Z”, in World Futures Studies Federation, “Human Futures. Summer 2020 edition”.
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