Il futuro visto dai più giovani: Charlotte Bernard – Part 2

Una giovane Gen Z alla World Futures Studies Federation.

Abbiamo intervistato Charlotte Bernard, la giovanissima autrice dell’articolo “My imagined Future as a Gen Z”, di cui vi abbiamo già parlato. Come nodo italiano del Millennium Project, abbiamo deciso di intervistarla per Generation Mover per approfondire le sue idee e proposte per un futuro migliore.

1. Quali sono le principali sfide e opportunità per i nostri futuri comuni da indirizzare subito, secondo il punto di vista della tua generazione?

“Per me, molte sfide e opportunità sono relative all’ambiente, alle migrazioni e all’educazione.

In effetti, l’ambiente entrerà a far parte di qualsiasi scelta faremo. Come ho suggerito nel mio articolo, vivremo in un mondo totalmente diverso, migliore o peggiore, forse tra soli vent’anni. In un mondo peggiore forse non saremo in grado di viaggiare lontano e spesso a causa dell’inquinamento. Ci potrà essere molta più immigrazione e carestia a causa dell’aumento della popolazione mondiale. Diventerà impossibile vivere in alcune zone geografiche a causa del cambiamento climatico. In un mondo migliore, mangeremo meno carne e saremo eco-friendly. Questo ridurrà notevolmente nel mondo la scarsità di acqua, il cambiamento climatico e l’inquinamento.

A proposito delle migrazioni: se il cambiamento climatico non  migliorerà, potrebbe diventare impossibile vivere in molti posti nel mondo. Alcuni sarebbero troppo caldi, altri troppo freddi: le persone emigrerebbero verso posti abitabili (rifugiati climatici). Oggi, l’immigrazione è una questione che molti paesi non gestiscono con successo. Le persone emigrano non soltanto per il cambiamento climatico (che è più raro oggi) ma in gran parte per guerre o instabilità politica.

Quindi, se immaginiamo un mondo che obbliga le persone a muoversi dal proprio paese, già adesso inabitabile, assieme a persone che emigrano per altre ragioni e all’aumento della popolazione mondiale, dobbiamo chiederci:

  • come gestiremo tutto questo cambiamento?
  • Come eviteremo guerre civili oppure come faremo ad avere la stessa vita di prima se ci sono troppe persone che vivono in posti troppo piccoli e inabitabili?

Penso che dovremmo educare le persone sull’ambiente prima possibile, in tutto il mondo, a qualsiasi età. Quando ho sentito due anni fa del problema dell’ambiente, tutto ciò che riuscivo a pensare era <<Ancora? Si, lo so che il ghiaccio si sta sciogliendo per le azioni umane. Cosa posso fare? Nulla al mio livello…>>. Ma oggi non la penso per niente allo stesso modo! Se mi avessero raccontato più questioni pratiche o gli effetti che queste causano all’ambiente, sarei stata più ricettiva, e così sarà per le generazioni giovani o precedenti.”.

2. Quando pensi al lavoro in generale, cosa e come lo immagini?

“Quando penso oggi al lavoro in generale, penso che dovrò sempre guardare al futuro e vedere se la mia attività impatterà positivamente o negativamente con i problemi che ci saranno. Ad esempio:

se voglio creare un’azienda di vestiti, i miei prodotti verranno da sedi nel mio Paese? I miei vestiti saranno eco-friendly o inquineranno e saranno dannosi per la salute dei miei lavoratori?

Inoltre, se avessi un ruolo importante, come un manager o un politico, dovrei lottare per la natura come una questione essenziale. Oggi, coloro che sono alti dirigenti della nostra generazione hanno il potere del cambiamento. Ma devono considerare l’ambiente come una questione reale con cui fare i conti per le loro decisioni.”

3. Cosa pensi e speri rispetto alle altre generazioni?

“La generazione dei miei genitori sta diventando consapevole delle questioni ambientali, ma la nostra generazione Z e tutte le future generazioni dovranno fare i conti con il fatto che la terra non sarà la stessa di oggi. Dovremo cambiare ciò che non è ancora stato cambiato. Dovremo prendere decisioni che i politici non hanno ancora preso. Il nostro ruolo è di proteggerci da disastri che potrebbero accadere se non facciamo niente, ed è un ruolo che inizia oggi.

Prima di tutto, spero che mangeremo meno carne – e per carne intendo carne e pesce. Naturalmente, non voglio che nessuno diventi vegano dall’oggi al domani o che lo faccia mai. Io voglio ancora mangiare carne. Secondo gli scienziati, se la terra diventasse vegana domani, questo non cambierebbe molto. Tuttavia, spero che potremo mangiare meno carne sia per l’ambiente che per la nostra salute! Si può mangiare carne solo due o tre volte a settimana! Anche mangiare cibi locali è una delle mie speranze, ad esempio anche nelle scuole. 

Le mie speranze per le prossime generazioni sono di non smettere di vivere o di non aspettare i cambiamenti. Dovremmo essere consapevoli delle questioni ambientali. Ed è per questo che l’educazione gioca un ruolo chiave nel futuro della terra”.

4. Sai qualcosa della generazione Z italiana? Vorresti lasciare un commento per loro?

“Non conosco molto la Gen Z italiana, ma credo veramente che tutte le preoccupazioni a cui mi sono riferita siano condivise da tutti noi, da tutte le Gen-Z nel mondo! Spero che giocheranno anche loro un ruolo chiave quando saranno più grandi, parlando di questioni ambientali o altre questioni con cui dovremo confrontarci”.

 

Mara Di Berardo, Millennium Project Italian node Co-chair

 

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