Non è un mistero: in Italia mancano i giovani. E non perché se ne vanno, la questione dei cervelli in fuga è più complessa di così perché se ne vanno anche i 40enni e oltre. Il punto è, come anche Istat conferma, che non ce ne sono abbastanza visto l’inverno demografico che ormai da più di 15 anni caratterizza l’Italia.
Nella mappa si vede come nel corso dei decenni diminuisce la popolazione nei piccoli comuni e aumenta di molto nelle grandi città (in viola intenso). Un fenomeno globale a cui non sfugge l’Italia per il quale si prevede che entro fine secolo il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane con forti conseguenze e impatti nei territori locali in termini economici, sociali, agricoli e politici.
Se uniamo la prospettiva delle variazioni demografiche e dell’occupazione possiamo provare a immaginare quale sarà la tendenza futura del mercato del lavoro in Italia.
In un bel lavoro di previsione di scenario su ‘Occupazione nel 2030 e mutamenti demografici nel centro e nord Italia’[1] pubblicato su Neodemos, di G. Dalla Zuanna e C. Gargiulo, a marzo 2022, emerge come potremo trovarci di fronte – a parità e senza mutamento di condizione di analisi – ad una situazione nuova ma non inaspettata, in sintesi:
- “nel 2030 al Centro Nord spariranno 1 milione e 200 mila occupati tra i 15-64 anni, molti dei quali andranno in pensione, e non potranno essere rimpiazzati dalle nuove generazioni di occupati perché non ce ne saranno abbastanza.”
- I giovani lavoratori italiani sono meno istruiti di quelli delle generazioni più adulte.
- Gli occupati non diminuiranno in tutte le classi di età ma in quelle under50.
- Saranno soprattutto i lavoratori tra i 30 e i 50 anni, con basso titolo di studio, ad uscire dal mercato del lavoro.
- Aumenteranno i lavoratori con alto titolo di studio tra i 35 e 45 anni.
Scenario: per effetto dei mutamenti demografici mancheranno centinaia di migliaia di giovani lavoratori con basso titolo di studio, saranno più numerosi quelli con alto titolo di studi ma saranno più vecchi e non saranno rimpiazzati nemmeno dagli immigrati che seguono un andamento simile. L’invecchiamento della popolazione si trasferisce all’invecchiamento della forza lavoro e si osserva sia per gli italiani che per gli stranieri.
“Particolarmente rapida sarebbe la diminuzione dei lavoratori istruiti italiani under50 che nel giro di un decennio si dimezzerebbero da circa 3 milioni a 1.600mila.”
La richiesta di lavoratori preparati e motivati sta già aumentando e aumenterà ancora di più nel prossimo futuro, occorre prepararsi subito con strategie e azioni a livello territoriale e nazionale.
Che fare?
Di fronte ad uno scenario di questo tipo sono diverse le opzioni di intervento:
- Imparare a considerare e attrarre risorse dall’estero con l’ottica di opportunità e non di problema.
- Cambiare i servizi e i modelli di reclutamento, allinearli a competenze e valori delle nuove generazioni di tutto il mondo.
- La richiesta di manodopera aumenterà, già mancano lavoratori specializzati e qualificati in molti settori: riconoscere e utilizzare esperienze, competenze e risorse di tutte le generazioni.
- Elaborare piani di formazione e aggiornamento mirati per over50.
- Ridurre la discriminazione per età nel mondo del lavoro, non solo il cosiddetto ageing riservato agli over55.
- Facilitare il passaggio di competenze e conoscenze intergenerazionali.
- Offrire nuove formule di lavoro agli over60 e ai pensionati (richiestissimi come consulenti e operai qualificati).
- Garantire aggiornamento professionale a tutti i dipendenti in modo da rinnovare e sostenere costantemente competenze e motivazione dei lavoratori di tutte le età.
- Offrire servizi di pianificazione finanziaria e strategica futura ai dipendenti vicini al pensionamento per accompagnarli alla costruzione di un nuovo progetto di vita dopo il lavoro che abbia un orizzonte temporale di lungo periodo (strano vero? Eppure molto gradito).
Anche nella vicina Svizzera il problema dell’invecchiamento della forza lavoro è un tema sentito, esiste ad esempio un sito che offre lavoro agli over50, vedi qui.
I. Pierantoni
[1] https://www.neodemos.info/2022/03/08/occupazione-al-2030-e-mutamenti-demografici-nel-centro-e-nord-italia/
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