Nella settimana di Ferragosto 2023, in soli 3 giorni, sono uscite notizie terribili su femminicidi e violenze di ogni tipo sulle donne e il resto del mese di agosto è stato anche peggio. Con questa frequenza, oramai estrema, il futuro che ci aspetta non sembra promettere niente di buono.
E’ quindi doverosa una premessa: non possiamo continuare a pensare che quello che accade in Italia alle donne, di qualsiasi età, non dipenda anche da noi, o che non sia una responsabilità individuale, civile e collettiva.
- 16 Agosto 2023: un generale dell’esercito italiano pubblica un libro autoprodotto con feroci prese di posizione contro gay, migranti, femminismo e ambientalisti.
- 17 Agosto 2023: per risolvere il problema demografico in Russia, secondo la Chiesa Russa Ortodossa: “le donne devono fare figli e stare a casa, non carriera”. Ma anche in Italia, secondo un indagine di Tecnè del 2019, 1 maschio su 5 ritiene che le donne debbano stare a casa.
- 18 Agosto 2023: stupro di gruppo ad opera di 7 ragazzi di Palermo, uno minorenne.
- 25 agosto 2023: stupro e abuso di gruppo su due cuginette a Caivano – Parco Verde – Napoli
- Agosto 2023, femminicidi: 3 in agosto, 2 fino al 10 settembre 2023
- Qual è il ruolo che ciascuno di noi, individualmente, gioca nella cultura del possesso del corpo femminile, nell’educazione di genere e nel cambiamento delle mentalità attuali che portano (anche) i più giovani a comportamenti devianti?
- Dove sono e cosa propongono come modello educativo i genitori, le famiglie, la scuola, le istituzioni, la collettività locale e globale?
- Cosa possiamo fare singolarmente per cambiare questa cultura di possesso del corpo femminile e dell’idea di donna e del suo ruolo in Italia?
Senza questa assunzione di responsabilità (individuale e collettiva) i femminicidi continueranno a popolare le cronache del nostro paese raccontando storie di morte individuale, civile e sociale.
In molte società – e l’ Italia è una di queste – resistono radicate visioni tradizionali, arcaiche, retrograde e conservatrici dei generi che limitano il ruolo delle donne e alimentano stereotipi negativi. Queste visioni influenzano l’educazione, la famiglia, la cultura e le istituzioni, contribuendo a perpetuare e cristallizzare disuguaglianze di genere e comportamenti malati.
Cambiare questa situazione richiede sforzi congiunti a livello individuale e collettivo.
COSA FARE?
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- Educazione di genere: Promuovere un’educazione basata sull’uguaglianza dei generi. Questo dovrebbe avvenire sia a livello familiare che scolastico, ma anche collettivo e locale, incoraggiando tutt*, giovani – adulti e anziani a confrontarsi e comprendersi su questi temi.
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- Sensibilizzazione e informazione: Diffondere informazioni e educare le persone su questioni di genere, stereotipi e disuguaglianze per cambiare conoscenze e mentalità. Eventi, workshop, campagne informative e l’uso dei social media contribuiscono a questo obiettivo insieme ad attività volte a sviluppare interessi e aspirazioni indipendenti dal genere e dall’età.
- Rappresentanza nei media: Promuovere una rappresentanza equa di tutti i generi nei media è fondamentale per sfidare gli stereotipi, educare alla diversità e promuovere modelli di pensiero e comportamenti rispettosi delle nuove identità e diversità.
- Coinvolgimento degli uomini: Gli uomini possono svolgere un ruolo significativo nel promuovere l’uguaglianza di genere. Sostenere movimenti dedicati al supporto per le donne e partecipare attivamente alle conversazioni sul genere pone le basi per creare e sostenere nel tempo, e per le generazioni a venire, una cultura di rispetto e sostegno reciproco.
- Responsabilità individuale: Ciascuno di noi può esaminare le proprie convinzioni e atteggiamenti riguardo al genere e cercare di correggerli se necessario. Ciò include imparare a riconoscere e sfidare pregiudizi e comportamenti discriminatori.
- Partecipazione politica e attivismo: Essere parte attiva nella promozione di politiche e leggi che supportano l’uguaglianza di genere in familgia, a scuola, al lavoro e sul territorio.
Cambiare costa fatica, richiede tempo e sforzi costanti. Ognuno deve fare la sua parte.
La lotta contro la cultura del possesso del corpo femminile e dell’idea tradizionale della donna ‘Regina della casa’ richiede un impegno individuale e collettivo irrimandabile per riformare le strutture sociali e culturali di ogni paese, l’Italia stessa con il suo primato – se ne parla anche sulla stampa estera ormai – presenta una delle situazioni più urgenti.
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