Come imparano gli studenti Zeta e Alfa?

Come imparano i ragazzi della generazione Zeta (9-22enni) e quelli di generazione Alpha (0-8 anni)?

Tutti i giorni entrano nelle scuole italiane, dalla Primaria alle Superiori, più di 7 milioni di studenti, nati tra il 2013 e il 2000. La maggioranza fanno parte della generazione Zeta, ma già da un paio di anni sono entrati nella scuola primaria dei bambini di generazione Alfa. I famosi Millennials di cui tanto si parla hanno ormai quasi tutti compiuto il ciclo di studi e li troviamo nel mondo del lavoro.

Gli studenti Zeta e Alfa sono lontanissimi dai docenti – di solito appartenenti alla generazione Baby Boomers o X Generation senior, data l’alta età media degli insegnanti italiani nella scuola pubblica che è di circa 52 anni  nati e cresciuti nel secolo scorso.

Ma questi studenti sono tutti uguali?

Le differenze tra Zeta e Alpha ci sono, ma sicuramente i punti di contatto sono moltissimi: rapidità, immagini, tecnologia, condivisione sono concetti reali, che fanno parte dell’esperienza quotidiana di questi studenti. E un secolo li divide dai docenti.

E lo studio? E la scuola? Sono cambiati?

Lo studio, lo sappiamo tutti, anche per esperienza personale, è da sempre un’attività “last minute”, classica la notte prima del compito in classe; nel migliore dei casi è un’attività “stagionale”, funzionale a gestire situazioni critiche.

Lo mostra anche Google, con le ricerche delle parole chiave legate alla scuola:

apprendimento digitale

i mesi caldi sono ottobre e novembre, pieni di compiti in classe e interrogazioni; gennaio nelle settimane prima della consegna della pagella e poi da marzo a maggio, per migliorare un voto ma più spesso per evitare un brutto voto; giugno solo per chi ha gli esami di 3° media o di maturità, con l’impennata generale di fine agosto tra compiti delle vacanze e debiti da recuperare.

Lo studio a scuola, storicamente un mix tra memorizzazione e dovere, ha davvero poco a che fare con l’apprendimento, che invece, lo sperimentiamo continuamente, è un’attività costante e libera della natura umana: si impara (i.e. si capiscono i concetti) solo per puro piacere, quindi giocando, o per necessità, certo non per dovere.

La memorizzazione non ha nulla a che vedere con l’apprendimento, che avviene sempre attraverso l’esperienza diretta. Quindi imparo davvero solo perché mi interessa o mi serve.

La scuola, ancorata com’è alle tradizioni del Novecento, non intercetta né sollecita nessuna di queste motivazioni.

Di fronte alla loro realtà quotidiana gli studenti Zeta e Alfa a scuola si sentono come in una macchina del tempo, rigettati in un medioevo cognitivo. Niente rapidità, immagini, tecnologia, condivisione …

Come innovare la scuola? Come destagionalizzare lo studio? Come allineare le attività di studio con quelle di apprendimento? Come attrarre l’interesse, la curiosità degli studenti e soprattutto quale linguaggio utilizzare per attivare una comunicazione efficace?

Una risposta può essere riportare il gioco, le immagini, la tecnologia, l’esperienza diretta nel processo di apprendimento. La gamification. Questa è la risposta che prova a dare Redooc.com.

Si tratta di una piattaforma di didattica digitale per scuole e famiglie, dalla Primaria all’Università, nata per le materie STEM – Science, Technology, Engineering, Mathematics (a partire dalla matematica) ma che offre anche italiano, fisica, educazione finanziaria, in coerenza con il curriculum scolastico.

E’ organizzata secondo le logiche dei giochi online (livelli di difficoltà, punteggi, classifiche, gare, avatar e diplomi) e applica il principio di accessibilità (possibilità di scegliere il carattere con cui leggere, supporti audio, mappe mentali, schemi e tabelle).

Redooc.com è nata con l’intento di permettere agli utenti  (insegnanti, genitori e studenti) di trovare i propri personali modi per insegnare, supportare e imparare, grazie all’uso del linguaggio naturale e della tecnologia: video, immagini, esercizi interattivi completi di spiegazione, funzionalità a supporto dell’apprendimento (assegnazione compiti, tutor digitale e monitoraggio).

In questo senso, si propone come un vero ponte tra le generazioni, dedicato alla scuola.

Chiara Burberi – Redooc.com

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