La Generazione Z (più giovane) incontra il telefono

Tu che leggi queste righe molto probabilmente hai usato un telefono.
Non stiamo parlando di quelli che oggi si chiamano smartphone: ci riferiamo proprio al telefono, quell’ oggetto inventato da Antonio Meucci e che serviva a trasferire la voce di una persona a grandi distanze in modo che potesse parlare con qualcun altro. E che per fare ciò si serviva di lunghi cavi collegati a oggetti dotati di un disco numerato e un’appendice chiamata “cornetta”.

Un “device” (come lo chiameremmo oggi) comunissimo, addirittura ovvio, che abbiamo imparato a usare fin dai primissimi anni perché ci regalavano la sua versione giocattolo – con tanti suoni simpatici e lucette divertenti – prima ancora che imparassimo a parlare. E ancora: molto probabilmente ti è capitato almeno una volta di trovarti in qualche tipo di cantina o soffitta, prendere in mano strani aggeggi appartenuti agli antenati e restare lì ad osservarli con perplessità, chiedendoti a che cosa servivano e come funzionavano. Ebbene, con queste due premesse in mente mettiti comodo e goditi questo filmato di 3′: la Generazione Z incontra il telefono.


Lo sapevi che gli strumenti che usiamo contribuiscono a modellare il modo in cui pensiamo?
Ecco anche da qui inizia un viaggio lungo 5 generazioni con 5 modi diversi di comunicare ma di questo parliamo poi, iscriviti alla ns newsletter e richiedila qui.
Mattia Rossi

 


 

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