Ingarbugliati tra il prima e il dopo, siamo nella fase di dover prendere appunti per riscrivere il nostro futuro.
Immagini e conversazioni da lockdown offrono spunti a volte divertenti, a volte drammatici, che ci portano a riflessioni profonde sul nuovo che verrà, nel lavoro e nella società.
Non dimenticheremo mai: gatti sulle tastiere del PC, skype call dalla cucina con bambini saltellanti alle spalle, riunioni al profumo di ragù, suonerie scambiate per il beep della lavatrice da stendere, orecchio allo Zoom Meeting e occhio alla DaD del figlio, elogi allo Smart Working, depressioni da Smart Working.
Per non parlare delle prime azioni pensando al «dopo»: camminare, correre, rivedere, riabbracciare ma anche “Porterò la colazione alle mie colleghe. Chi avrebbe mai detto che mi sarebbe mancato così tanto l’ufficio”, scrive Bianca da Firenze, in uno dei 2000 messaggi arrivati al Corriere della Sera in risposta al sondaggio #laprimacosa dopo il lockdown.
Che sia l’inizio di uno nuovo stile di vita l’abbiamo capito tutti: dal lavoro al benessere personale, dalla socializzazione allo shopping, dalla gestione della salute all’educazione dei figli.
Parola di studiosi: per Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review, e lo storico israeliano Yuval Noah Harari, il messaggio è chiaro: nulla sarà più come prima.
Questo “set apocalittico” ci ha però messo davanti ad una scelta obbligata: ascoltare!
Ascoltare storie ed esperienze che ci indicano i primi segnali sui bisogni del cambiamento!
Prendiamo appunti:
- sviluppare e rafforzare competenze per affrontare scenari non sempre prevedibili;
- attrezzarsi di strumenti per attraversare le tempeste ed uscirne con successo;
- immaginare nuovi modelli di leadership per guidare team in prima linea, motivandoli e stimolando la loro proattività per il raggiungimento degli obiettivi;
- rivedere gerarchie e organigrammi in funzione di progetti e obiettivi. Quali medaglie sulla giacca saranno ancora necessarie?
- sperimentare nuovi modelli di comunicazione e gestione delle attività da remoto, all’interno ed all’esterno all’azienda. Le dinamiche non sono le stesse di quelle in presenza;
- creare team multigenerazionali per abbinare esperienza e vision dei senior alla velocità di pensiero/reazione di middle e junior;
- sdoganare lo Smart Working in relazione ad ambiti, competenze e predisposizione delle persone;
- fare attenzione al benessere dei team offrendo anche percorsi di wellness: postura, consapevolezza, gestione dell’emotività;
- lavorare su relazioni e umanità: non dimentichiamo i lucchetti sulle nostre porte e l’umanità che attraverso gesti, parole e immagini indimenticabili abbiamo provato sulla nostra pelle.
Il successo parte sempre da una buona preparazione scritta. E voi state prendendo appunti?
Lucia Lamonarca