C’era una volta, in un Paese molto vicino – anzi: proprio in questo Paese – il posto fisso. Mamme ansiose e zie premurose sognavano per i loro pargoli un bel lavoro in banca – “ché quelle non falliscono mai” – che consentisse di mantenere la moglie e i figli a casa e garantisse una vecchiaia protetta e tranquilla.
Nella società dell’economia industriale ci si trovava a scegliere tra la sicurezza promessa del lavoro dipendente e la libertà consentita dal lavoro autonomo, e l’opzione più popolare era la prima. Fiabe di un tempo passato, che sembra una vita fa anche se in realtà era solo ieri.
Oggi le parti si stanno invertendo: i lavoratori dipendenti diminuiscono, chi lavora in proprio aumenta.
E se da un lato è venuta meno la solidità del lavoro dipendente, dall’altro bisogna tenere presente che cambiano le aspirazioni stesse delle persone:
l’83% dei Millennials italiani si dichiara pronto ad accettare uno stipendio più basso pur di restare autonomo.
Per le nuove generazioni è ormai il concetto stesso del lavoro, il suo senso nella vita di una persona, che è sostanzialmente mutato.
A prescindere dalle crisi congiunturali, nulla sarà più come prima: la partita IVA si avvia a diventare la nuova normalità in tempi molto brevi.
Riusciranno la politica e la pubblica amministrazione ad accorgersene in tempi altrettanto brevi e ad adeguare la legislazione e le strutture sociali, assistenziali e previdenziali al nuovo mondo del lavoro che sta già prendendo forma?
Mattia Rossi