Le età dell'inclusione

Azioni sociali innovative per pratiche “age-inclusive & friendly”

A cura di Mara Di Berardo, Millennium Project Italian Node co-chair

Viviamo molto più a lungo che mai, in media dieci anni di più della generazione dei nostri genitori e circa due decadi più a lungo dei nostri nonni. È un risultato sorprendente: la nostra società che invecchia è impostata per trasformare ogni aspetto delle nostre vite, dal welfare e l’occupazione alla famiglia e alla vita di comunità”, dicono le autrici.

Non riflettere su questo in maniera radicale rischia di non farci capire che le vite più lunghe sono un dono. Come possiamo, allora, supportare le persone per farle prosperare in tutte le fasi della loro vita?

The Age of Inclusion”, una recente pubblicazione Nesta di Carrie Deacon e Annette Holman, ha l’obiettivo di condividere con la società civile e le organizzazioni del settore pubblico suggerimenti per progettare e fornire programmi di azione sociale che siano più inclusivi e a misura di adulti in età avanzata.

NESTA, fondazione per l’innovazione inglese, tra il 2016 e il 2020, ha supportato 36 organizzazioni che hanno sviluppato pratiche age-inclusive&friendly, coinvolgendo circa 25.000 persone impiegando varie tipologie di fondi. L’obiettivo di questi interventi è stato di innovare il lavoro di azione sociale delle organizzazioni, rispondendo alla volontà di partecipazione dei più anziani alle diverse iniziative.

Anche se sentiamo spesso parlare del bisogno di innovazione nell’assistenza sanitaria e nei modelli di risparmio pensionistico, un’area altrettanto importante è quella della vita di comunità, delle relazioni che ci circondano e supportano man mano che le nostre esistenze cambiano. Possiamo fornire un contributo alla nostra comunità con diversi livelli di partecipazione e attivismo informale e formale:

Con vite lavorative più lunghe, maggiori esigenze di cura e più persone che vivono in comunità senza strutture familiari tradizionali, bisogna fare di più per rimuovere le barriere all’inclusione degli adulti in età avanzata nell’azione sociale”.

La guida “The age of inclusion” delinea alcune tattiche e approcci pratici che hanno funzionato come buone pratiche per le innovazioni sostenute in questi progetti sperimentali al fine di creare più opportunità di partecipazione per le persone di 50 anni e oltre, coinvolgendo generazioni diverse, dai primi nati della X Gen, ai Baby Boomers, Builders per arrivare anche ai Founders.

Esistono diversi modi e approcci che le organizzazioni possono adottare per essere maggiormente inclusive rispetto all’età e più a misura delle necessità degli adulti in età avanzata. Ad esempio, le organizzazioni di maggiore successo analizzate nella pubblicazione hanno avuto bisogno di:

  • Preparare: definire obiettivi chiari e giuste condizioni organizzative, ad esempio co-creando opportunità con volontari e beneficiari, rimuovendo barriere fisiche, strutturali ed emotive, e definendo bene le informazioni pratiche e le connessioni intergenerazionali;
  • Consapevolezza: essere inclusivi nella sensibilizzazione, ad esempio abbattendo gli stereotipi, riflettendo su come l’invecchiamento si materializzerà, intercettando diverse motivazioni per essere coinvolti e definendo attività di marketing e comunicazione più inclusive;
  • Adesione: rendere facile il coinvolgimento, ad esempio creando approcci accoglienti;
  • Partecipare: disegnare il processo sulla base dei punti di forza degli individui, sviluppare relazioni ugualitarie e reciproche, rendere i ruoli flessibili, lavorare per assicurare benefici a tutte le persone coinvolte, analizzare i risultati delle attività e mantenere viva la socialità;
  • Rinnovare: ascoltare, valutare e migliorare la pratica, e consentire alle persone di concludere bene il proprio coinvolgimento e di migliorare continuamente l’esperienza.

Anche se il focus di questo lavoro è sugli adulti in età avanzata, con l’obiettivo di portarli a condividere competenze, conoscenza ed esperienza con le altre generazioni ed avere un impatto sui temi proposti nei progetti, le autrici sottolineano che i diversi meccanismi che permettono una buona esperienza inclusiva sono per molti versi universali.

Queste lezioni e approfondimenti possono aiutare organizzazioni di diverso tipo ad essere più inclusive in senso più generale, beneficiando delle conoscenze e delle competenze che queste generazioni possono portare con sé:

Sebbene nessuna organizzazione abbia creato la soluzione perfetta, speriamo che le organizzazioni della società civile e dei servizi pubblici che cercano di supportare un’azione sociale più inclusiva saranno capaci di adottare e adattare (queste) conoscenze nei propri contesti”.

 

Riferimenti:

Deacon, C., Holman, A. (2020), “The Age of Inclusion. Lessons from social action innovations developing age-inclusive and age-friendly practice”, Nesta, https://www.nesta.org.uk/report/age-inclusion/.

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