Non saper essere social on line é sempre meno un questione di scelta e sempre di più una capacità non acquisita per motivi di età. L’analfabetismo digitale é molto alto nella popolazione italiana. La nostra Silvia Rigamonti ne parla in questo articolo della .
Essere social, digital ecc. oggi é strategico – il termine non è scelto a caso – esattamente come sapere utilizzare il pc oppure no. “L’impatto é sulla vita reale” dice Valentina Paternoster – millennial – sapere come utilizzare o non utilizzare il web significa lavorare e gestire la propria reputazione esattamente come accade ‘dal vivo’ sul posto di lavoro. Ad esempio: il fatto di non avere una pagina FB oppure di non essere su Linkedin é, già di per sè, un’informazione su di noi la cui interpretazione varia a seconda dello scopo di chi ci cerca o legge sul web. Penso al recruiting, oppure alla ricerca di clienti, al marketing, alla visibilità interna o esterna aziendale a livello professionale.
Piaccia o no, il web é uno strumento esattamente come gli altri, escluderlo dalla propria ‘cassetta degli attrezzi’, oggi, significa partire svantaggiati.
Non si tratta di scegliere ma piuttosto di saper utilizzare gli strumenti che ci sono per l’uso che serve. Anche chi pensa di essere al sicuro, forse perchè ha il famoso ‘posto fisso’ e nella sua attività non é richiesto come requisito – ‘tanto ci pensano gli altri’ – può essere ‘social’ senza saperlo, magari perchè le sue foto o i suoi commenti sono citati da qualcun altro, anche senza che questo qualcun altro lo abbia fatto con consapevolezza. I ‘precari’, millennials della prima ora o X Gen più giovani, fanno fatica ad avere un’assunzione decente ma sono anche capaci, spesso, di riconoscere i loro punti di forza e farsi apprezzare dalla platea globale web. Per non parlare della Z Gen che é già on line da sempre, e ci lavora pure!
La nostra Silvia Rigamonti ne parla in questo articolo della come Responsabile Mentoring PWN Milan (ex PWA). “… Le donne nate analogiche, spesso, hanno difficoltà ad essere visibili nel mondo online. Serve un confronto generazionale, con una/un Millennial che sappia gestire gli strumenti della rete.” si dice nell’articolo ecco perché Pwn Milan (l’ex Pwa Milan che ora ha allineato il nome al network internazionale) quest’anno ha scelto – annuncia Silvia – ‘di affiancare alla sua classica formula one-to-one, donna a donna, che in sette anni ha coinvolto 600 professioniste, un programma di Reverse Mentoring di tipo generazionale’. Cosa significa? Leggi l’articolo qui.
“… cerchiamo di far convivere queste diverse realtà generazionali nel migliore dei modi, annullando i disagi e creando valore”.