Quando le generazioni costruiscono ponti per superare limiti e barriere che, spesso, non esistono.
Ormai si sa, sul nostro pianeta convivono 7 generazioni ! E’ la prima volta che succede ed è una sfida che l’umanità si trova ad affrontare ma che, allo stesso tempo, rappresenta un potente strumento per la sua evoluzione: noi di GM non ci stancheremo mai di ripeterlo.
Nel mondo del lavoro fino a 4+1 generazioni convivono, la nuova – la Z gen (dai 7 ai 20 anni circa)– ha già cominciato a muoversi in modo ‘vivace’ sul piano professionale. Il 18% della forza lavoro del 2016, in Italia, appartiene alla Y gen o Millennial (dati Istat). Si potrebbe dire che i Millennials non siano così presenti nel mondo del lavoro (e pochi sono ai vertici delle aziende), tuttavia il loro ingresso nel mondo delle organizzazioni ha contaminato e sta modificando i servizi e i prodotti offerti, il modo di lavorare e vivere, la comunicazione, la formazione … direi ogni ambito della società.
E’ in corso una spinta propulsiva verso il futuro, ogni generazione ha contribuito e contribuirà -nel bene e nel male si vedrà- allo sviluppo dell’umanità ma è essenziale l’impegno di tutti per facilitare e sostenere la contaminazione tra diversità in modo positivo.
E’ nato così il Programma Millennial Mentoring realizzato in PWN Milan.
Sono due le domande (qualcuno direbbe tipiche della mia generazione di appartenenza ?) che mi sono posta esattamente un anno fa:
- COSA mi serve per comunicare quello che sono e faccio nella mia vita professionale (offline), sfruttando i social network?
- COME ottenerlo nel modo più efficace possibile (alias riducendo tempi e spreco di risorse) non essendo una nativa digitale ?
Come coach, mi sono chiesta quali erano le risorse che già avevo: ho pensato al mio network e la risposta è giunta proprio da lì, ma a questa consapevolezza ci sono arrivata solo dopo aver fallito nella mia vita professionale precedente per aver dedicato troppo tempo al lavoro – da brava X gen – davanti ad un PC senza invece aver investito a sufficienza in connessioni umane … networking appunto (e anche questo è apprendimento generazionale). Grazie alla mia amicizia con la prof. Sofia Scatena – X gen anche lei, ma vicinissima alla Y gen per la sua professione di accademica in Università Cattolica – ho colto al volo l’opportunità di
valorizzare un gruppo di talentuose giovani donne (under 25), appassionate ed esperte di social media, prossime a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Così è nato il dream team del progetto e ho coinvolto anche un’altra giovane donna – cuspide di X-Y gen – che ha saputo cogliere le qualità di ognuna, costruire insieme il percorso e valorizzare i talenti e le inclinazioni innate di ognuna. Chi sono le Millennial Mentor? Anna Stellari, Federica Ricciardi, Francesca Parma, Simona Toni e Valentina Finotti … capitanate da Valentina Paternoster.
Il processo: “un bisogno + un’intuizione + risorse disponibili da cogliere e valorizzare + uno sponsor” … una formula magica che anche in questo caso ha funzionato.
Ho parlato anche di uno sponsor prezioso … in questo caso una Baby Boomer icona del motto della sua generazione “YES WE CAN”: Roberta Toniolo, Presidente di PWN Milan, che alla mia idea ha risposto “se l’hai pensato, si può fare … quindi fallo”.
Non nascondo i dubbi e le incertezze che mi hanno accompagnata nelle prime settimane di progettazione e in fase di avvio del Programma. Ho voluto fidarmi dell’istinto, della capacità di cogliere il potenziale nelle persone scelte, dell’esperienza maturata nel progettare e definire il programma e le regole del gioco, dell’infinita curiosità e apertura verso nuovi stimoli che tutte abbiamo colto … e siamo partite. Ci siamo buttate, come la Y Gen sa fare: spinte dal “senso” che vedevamo in questo progetto per la nostra crescita personale e professionale … e io mi sono proprio fatta contaminare, perché in ognuno di noi c’è un pezzetto delle altre generazioni che scalpita per manifestarsi ed è da lì che si creano le così preziose connessioni inter-generazionali che ci permettono di sfruttare al meglio le nostre potenzialità e i punti di forza di ognuno.
Ma, dopotutto, … cos’è questo Millennial Mentoring ?
Il Milennial (o Reverse) Mentoring è, in linea generale, una formula per lo scambio di competenze hard e soft tra nativi digitali e senior over 40. E’ un potente strumento di self-development e self-empowerment che si basa sulla creazione di un ponte per collegare la generazione dei Millennial alle generazioni precedenti (X o BB) continuando insieme nella co-trasformazione consapevole del mondo ricevuto in eredità da chi le ha precedute.
E’ una modalità di crescere e apprendere che si inserisce all’interno di un circolo virtuoso in continua e costante evoluzione e che potrà portare innovazione ed evoluzione se continueremo a rimanere aperti verso ciò che è stato e ciò che verrà, valorizzando le diversità e ascoltando con curiosità i nuovi punti di vista, i nuovi bisogni e i nuovi stimoli.
I vantaggi per i millennials e per i senior ?
I net generation – o millennial- stimolano le generazioni che li hanno preceduti e in cambio ottengono la possibilità di una profonda immersione nel mondo delle organizzazioni prima di esserci entrati ufficialmente o di ricoprire posizioni di responsabilità, e tutto questo con la grande libertà che nasce in un contesto come quello del mentoring privo di ruoli ufficiali e giudizi di performance.
I senior hanno l’opportunità di entrare in contatto con la Y Gen con cui normalmente non si imbattono e lo fanno in un contesto dove non ci sono organigrammi e gerarchie, il mentoring consente un contagio più semplice per trovare nuove ispirazioni da portare nel lavoro di ogni giorno. Questa contaminazione porta i senior a liberare energie verso un approccio più sperimentale nei progetti lavorativi e un rapido “tuffo nel presente”.
E … come funziona ? … perché funziona così bene ?
Il Millennial Mentoring di PWN si basa sulla formula del Mentoring Group ossia la creazione di un gruppo di mentee interessate a sviluppare determinate conoscenze e competenze attraverso l’interazione all’interno di un gruppo di pari, e facilitate da uno (o più) mentor esperti di quel determinato tema. La dimensione del gruppo offre la possibilità di raggiungere risultati maggiori rispetto a progetti individuali.
Nel caso di PWN, il gruppo di donne che si è formato – 6 Millennial Mentor e 8 X Gen dai profili più diversi tra loro – ha mostrato fin dal primo incontro una grande volontà di mettersi in gioco per condividere e apprendere le une dalle altre (ad ogni incontro un paio di Millennial Mentor, a rotazione, hanno facilitato il gruppo di Mentee).
Le mentee si sono affidate al percorso progettato dal gruppo delle Millennal Mentor contribuendo con i loro dubbi e le loro richieste affinché l’intero gruppo potesse crescere e apprendere dagli stimoli portati da ognuna: è stato uno sviluppo stellare su più piani incrociati … da mentor a mentee e viceversa, all’interno del gruppo di mentee e di mentor. Un flusso magmatico e coerente di esperienze, conoscenze e insights che hanno consentito un fiorire di stimoli e di consapevolezze neanche immaginate all’inizio del percorso.
Ad ogni incontro le singole partecipanti – mentor e mentee – hanno messo a disposizione del gruppo le proprie conoscenze e le proprie competenze nonché le scoperte che man mano facevano. Anche il gruppo di WhatsApp è stato uno strumento importante utilizzato concordando chiare regole a cui tutte ci siamo attenute.
Gli ottimi risultati raggiunti ci hanno consentito di portare la nostra esperienza all’ edizione 2017 di ELLE Active ! : le mentor e le mentee del Reverse Mentoring di PWN hanno condiviso con oltre 100 donne la possibilità di sperimentare questo potente strumento di sviluppo personale e professionale realizzando una serie di mini workshop incentrati su “Personal Branding & Social Media”.
Anche questa opportunità ci ha dato modo di sperimentare come, attraverso la collaborazione tra più generazioni, si possano raccogliere stimoli per se stessi e per gli altri, andando oltre i limiti che, a volte, sono solo nei nostri pensieri oppure in un passato ormai … passato.
Quali sono i principali fattori di successo di questo progetto?
- mettersi in gioco senza dare nulla per scontato,
- capacità di ascolto e fiducia nelle potenzialità dell’altro,
- interesse per il contributo proprio e altrui alla crescita di sé stessi e del gruppo,
- rispetto per le diversità,
- apertura allo scambio perché nessuno è meglio dell’altro.
E in azienda o nelle organizzazioni ?
“… prendere in prestito un paio di occhiali da Millennial e dare a tutto ciò che li circonda un senso e un significato più ampi” (PWN Milan mentee), declinando il percorso di Millennial Mentoring in base alle priorità di crescita delle persone e delle organizzazioni.
Le Millennial Mentor e le Mentee saranno ben liete di condividere la loro esperienza, puoi contattarle attraverso i loro profili social direttamente.
Mentee: Alessandra Provenzano, Elaine Barbosa, Francesca Maggipinto, Liana Dugaro, Mariangela Lupi, Mariangela Murgi, Silvia Rigamonti e Silvia Vaccarone.
Silvia Rigamonti