Millennials a "gamba tesa" sulle competenze

Baby Boomer? Parliamone con Lucia.

Questo è il secondo post della serie “Flowering Your Life&Career”, dedicata alle avventure di noi Baby Boomer nel Terzo Millennio. Siamo ancora nella fase “dobbiamo rompere il ghiaccio”. Come quando ai convegni il moderatore chiede: “Ci sono domande?” e regolarmente nessuno alza la mano.

In realtà ringrazio Marco e Andrea, i miei primi follower che hanno lasciato un commento sotto il mio primo articolo! Va beh ammetto, sui miei profili social la claque family&friends è stata generosa .

In questi giorni ho ascoltato storie. Una cosa mi sembra chiara. Non tutti i  Boomer amano raccontarsi in prima persona. Quindi, salvo esplicita richiesta dell’interessato, riporterò racconti anonimi ma reali. Lo prometto.

Se ci dovessimo presentare ad un Talent, alla domanda: “Qual è il tuo cavallo di battaglia?” un Boomer risponderebbe “COMPETENZE, ESPERIENZA!” E’ l’area dove ci sentiamo fieri&forti, ma è anche la stessa area dove si sviluppano conflitti generazionali.

La storia che segue è un esempio.

Premessa: ogni caso può  presentare caratteristiche  individuali, ma in ogni storia è possibile leggere dinamiche più ampie passando dalla soggettività all’ oggettività del racconto.

I protagonisti: Boomer donna, dirigente di grande esperienza e con un percorso professionale importante alle spalle. Ha il compito di riposizionare un brand di un noto gruppo industriale italiano. Il Millennial, un giovane brillante, con esperienze ancora acerbe nel campo marketing & comunicazione.

Situazione: riunione per mettere a punto un documento di marketing strategico da presentare al board. Di seguito il fatto:


  • nel corso della riunione con il board, inaspettatamente e diversamente da quanto già concordato e predisposto in meeting interni guidati dalla Boomer, il  Millennial presenta una sua proposta. La  Boomer è annichilita. Non tanto per l’inesperienza e la scarsa originalità delle azioni proposte (“Sembra l’ABC di Principi di Marketing di Philip Kotler”) quanto per modalità e  mancanza di rispetto delle competenze/esperienza di quel gruppo di lavoro.


Una probabile lettura della dinamica da ‘Boomer: è vero, noi Boomer possiamo peccare di presunzione (sappiamo tutto noi), ma spesso avvertiamo il disagio che le competenze e l’esperienza, che tanto faticosamente ci siamo costruiti in anni di duro lavoro, non siano riconosciute e rispettate come valore. Dall’ altro canto, mi chiedo: cosa spinge il Millennial ad entrare “a gamba tesa”? Voglia di avere visibilità in minor tempo possibile al livello gerarchico più alto? Emergere a tutti i costi non valutando attentamente le reazioni di quel comportamento?

Come finisce la storia? Ditemelo voi.

  • Come avreste reagito, cosa avreste fatto?
  • Lavorate in team multigenerazionali?

Sono curiosa di leggere il vostro punto di vista.

 

Lucia Lamonarca

SAVE THE DATE: 14 Maggio 2019   SOLO UN FUTURO NON BASTA

*I Labs di GM over 50 :

  1. “Flowering your Life&Career”: fai fiorire la tua vita e il tuo lavoro.

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5 Comments on “Millennials a "gamba tesa" sulle competenze”

  1. Clio

    Grazie Lucia per l’ottimo spunto di riflessione.

    Da Millenial che ha sempre mostrato grande rispetto per chi ha molta più esperienza, posso dire che spesso si prova la frustrazione del non essere ascoltati. L’esperienza deve combinarsi con la freschezza delle idee e la mancanza di sovrastrutture: così si creano progetti vincenti. Ho notato nel mio percorso lavorativo che l’esperienza dei Boomers spesso si tramuta in “continuiamo a fare le cose come le abbiamo sempre fatte perchè sono andate bene fino a oggi”…da millenial che vive un mondo in costante cambiamento lo trovo un mood opprimente.
    Poi ogni caso a sè: ovunque, a qualunque livello ci sono gli arroganti e i presuntuosi. Il comportamento da condannare è quello di chi dà loro credito e chi fa salire velocemente nelle gerarchie chi non possiede soft skills complesse, necessarie per ruoli manageriali.

  2. JC

    Una situazione davvero fastidiosa! L’esperienza fornise tattica e dipolomazia, probabilmente avrei ringraziato il Millenial del suo contributo quale base di partenza dalla quale abbiamo poi raggiunto, come team, i risultati che vi presento ora..’, insomma per aspera ad astra..! 🙂

  3. Lucia

    Grazie Clio, condivido il tuo pensiero. Da boomer ho provato in prima persona la frustrazione di lavorare con colleghi abituati da sempre a fare le stesse cose. Spesso nelle organizzazioni la resistenza all’innovazione é proprio un problema interno.
    Un team multigenerazionale é a mio avviso un’opportunità incredibile. É però necessario lavorare sempre più su nuovi linguaggi, nuove modalità di condivisione, delega e leadership.

  4. Alessandra

    ..ho letto questo articolo mentre mi accingevo a passare qualche giorno di relax nella campagna Toscana..il racconto e’ Stato lo spunto per aprire un dibattito con mio marito. Io, commerciale in una concessionaria di pubblicità, lui cfo di una società di consulenza…entrambi millennials e abituati a lavorare in team multigenerazionali..ma con una grande differenza. Io opero in una digital company, pertanto mi confronto quotidianamente con professionalità che per loro natura devono essere esposte e predisposte al cambiamento e all’evoluzione della tecnologia (indipendentemente dall’eta’ ), lui al contrario spesso “obbligato”
    A convivere con colleghi con un’anzianita’ Maggiore (in tutti i sensi!) e spesso disabituati ad uscire dalla loro comfort zone. conveniamo sul fatto che in molti casi ad entrambe le categoria manca l’umilta’..nel caso dei più giovani si traduce nel non volere accettare che esperienza e competenza si guadagnano con fatica, nel caso di un baby boomer nel non voler ammmetere che sia necessario essere aperti a cambiamenti ed evoluzioni teconologiche per poter offrire ai propri clienti (chiunque essi siano) servizio di qualità. Per concludere, nella fattispecie, non mi permetterei mai di mettere in difficoltà “pubblicamente” un mio responsabile , semmai proverei in privato ad esporre le mie ragioni. Perché molte volte si tratta anche di semplice educazione!

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