Scuola dove sei? Dove stai andando?

Siamo nel 2019. Fra meno di un anno entreremo nel terzo decennio di questo XXI secolo che – alla velocità dei bit (della luce non ancora) – ci sta portando verso un mondo inimmaginabile qualche decennio fa. Ma la scuola sembra proprio non accorgersene … non vuole? non può ? non deve accorgersene ?

I giorni che precedono il Natale sono, per chi ha figli alla scuola dell’obbligo, occasioni per osservare da vicino la scuola. Cadono letteralmente a pezzi: ho visto porte e finestre di palestre tenute insieme con lo scotch marrone, gabinetti che sembrano latrine … mi fermo qui.

Per fortuna ci sono professori (e non sono pochi) che danno molto ai loro studenti: sanno che il mondo è cambiato e che la scuola non si è evoluta. Sanno che i ragazzi sono cambiati con il passare delle generazioni perché loro stessi sono diversi dalle generazioni che li hanno preceduti. Sanno che il mondo richiede conoscenze e competenze nuove a cui l’attuale sistema difficilmente riesce a far fronte.

Il nostro sistema scolastico si basa ancora sui principi dettati dalla prima rivoluzione industriale. Era richiesto che l’individuo fosse in grado di apprendere un sistema base di letto-scrittura e numerazione funzionale per avere manodopera universale e versatile da impiegare sulle macchine. Il principio era l’omogeneità di conoscenze e competenze. A nessuno interessava all’epoca l’emersione dei talenti unici.

Ne sono passati di secoli, di fatti, di scoperte, di cambiamenti profondi nella società e di generazioni ma la scuola si basa ancora su quei principi di livellamento delle conoscenze e delle competenze. I talenti – se ci sono – a scuola è meglio non mostrarli. Le unicità sono spesso vissute come un disturbo al funzionamento lineare e predefinito dei programmi scolastici (dettati a livello centrale). Un rallentamento oppure una deviazione ad una via già tracciata: Da chi? Quando?

Di quali conoscenze e competenze ha bisogno il mondo di oggi? Di cosa ha bisogno la scuola per far fronte a queste nuove necessità e per sostenere, motivare ed educare i propri studenti nel loro processo di formazione verso il nuovo mondo ? Da oltre vent’anni, di questo aspetto ne parla e ne scrive Sir Ken Robinson (“Changing Education Paradigms”, video divulgativo visto da oltre 2 milioni di utenti). Ma molto poco è stato fatto dalle istituzioni politiche: sono pochissimi i Paesi in cui sono stati avviate iniziative strutturate per far fronte a queste nuove esigenze educative.

Peccato che il mondo sia andato avanti e oggi la società a tutti i livelli (scientifico, politico, economico, sociale, …) chiede risorse in grado di contribuire con la propria unicità di visione e di pensiero per creare connessioni e fare nuove scoperte. Occorrono nuovi talenti per risolvere problemi che l’uomo stesso – proprio quello sviluppatosi facendo leva sullo sviluppo dei consumi – ha generato mettendo il pianeta a rischio di sopravvivenza.

Ma torniamo alla scuola … Entrando nelle scuole dei mie figli, la prima domanda è stata: “dove è finita la cultura della bellezza e del rispetto?” quando quotidianamente consentiamo a lasciare i nostri figli per 6-8 ore in ambienti degradati, dove si tira a campare.

So di essere particolarmente accalorata su questo tema, ma credo fermamente che per costruire un futuro migliore sia necessario intervenire da subito sulle generazioni che verranno dopo di noi. Le nuove generazioni sono il motore del mondo … è un principio che vale da quando esiste il mondo.

Lo dicono le leggi dell’evoluzione : sopravvive chi si sa adattare ai cambiamenti. La scuola sembra non avere più senso di esistere e in qualche modo questo sta già avvenendo.

Chi può integra la formazione dei propri figli con percorsi ed esperienze che consentano loro di stare nel mondo di oggi con più flessibilità e resilienza.  Dall’arte e lo sport ai corsi di coding e robotica, per giungere a percorsi di crescita sulle soft skills ed allo sviluppo di pensiero strategico, sistemico e creativo.

Alcuni in modo disruptive accolgono e sostengono il desiderio e il bisogno dei propri figli di accantonare la scuola ufficiale per integrarla (alle volte sostituirla) con una formazione personalizzata. L’obiettivo è scegliere esperienze di formazione e di crescita individuale volte alla piena espressione dei talenti del proprio figlio. E’ questo il caso di Valeria Cagnina, 17enne, che da 3 anni ha fondato una “scuola” dove insegna robotica a giovani e adulti (nelle aziende) con metodi di insegnamento al passo coi tempi.

Abbiamo tutti noi – educatori in genere – il compito di sostenere e vigilare affinché alle nuove generazioni sia concesso di esprimersi per le loro massime potenzialità. Per portare il loro contribuito al mondo che cambia così velocemente.

Anche di questo parleremo all’evento di celebrazione dei 10 anni di Generation Mover perché l’educazione riguarda chi a scuola passa i primi 15-20 anni di vita ma anche tutti noi – a qualunque generazione apparteniamo – che siamo chiamati al continuos learning per rispondere al futuro che avanza.

Silvia Rigamonti

SAVE THE DATE: 14 Maggio 2019 

SOLO UN FUTURO NON BASTA

*I Labs di Silvia:

  1. “Fostering Women Career”: far emergere i talenti femminili al lavoro
  2. Building personal brand at work“: costruire e praticare identità professionali di successo

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