Degli stereotipi legati alle appartenenze generazionali, quelli relativi alla “alfabetizzazione digitale” sono fra i più comuni. Più le persone sono giovani, più sono a loro agio con la tecnologia. Gli “anziani” – intesi come gli over 50 (a essere buoni) – sono maldestri, negati, non ce la possono fare. Questo è ciò che si dice in giro, ma la realtà è un po’ diversa.
E’ ovvio che i ragazzi nati con uno smartphone nella culla godono di un certo vantaggio nell’intuire come funziona un device elettronico, e nell’immaginare sempre nuovi usi (e sempre nuovi device). Però anche i senior, se ci si mettono, sanno imparare presto e bene. L’ho constatato frequentando l’attuale edizione attualmente del “Millennial Mentoring”, in cui un manipolo di Millennials fa da mentor a un gruppo di over 40 alla scoperta della comunicazione digitale.
Si tratta di un’evoluzione del progetto nato dentro PWN Milan con la regia di Silvia Rigamonti, la quale ne aveva parlato su questo blog un po’ di tempo fa, che ora si tiene anche in Fastweb Digital Academy. Le difficoltà che ho visto non riguardavano l’apprendimento della materia, quanto piuttosto gli stili di apprendimento, e di comunicazione, molto diversi tra under 30 e over 40. Dettagli, insomma, risolvibili con uno sforzo minimo.
Anche X Gen e Boomers ce la possono fare.
Questo articolo del New York Post racconta storie di ultra-cinquantenni e quasi-sessantenni che nella nuova tecnologia si sono buttati a capofitto mettendosi a studiare programmazione informatica assieme ai dinamici e rampanti Millennials e Z Gen. Fatta salva una – ovvia – dose di predisposizione, talento e passione, queste storie mostrano uno dei (tanti) ponti possibili tra generazioni “vecchie” e mondo “nuovo”.
E raccontano anche di come sia possibile far valere in questa seconda parte della vita competenze ed esperienze maturate nei decenni passati. Dunque non un cambiamento totale, bensì un’evoluzione che salvaguarda una continuità professionale la quale diventa un valore unico. E sarà sempre di più così.
Nella mia recente ricerca per la tesi di master in Social Foresight all’ Università di Trento, ho interrogato diversi addetti ai lavori. Quali prospettive ha la comunicazione pubblicitaria digitale nei prossimi 10 anni con una popolazione sempre più anziana? Risposta: l’alfabetizzazione digitale è ormai ampiamente diffusa, e anche le generazioni più adulte sono in massima parte a proprio agio con i device elettronici. E lo saranno sempre di più.
Nessuna limitazione. Basta non farsi bloccare dagli stereotipi.
Mattia Rossi
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